Sul mercato europeo pesa lo stop-incentivi

In Europa gli incentivi continuano a fare il bello e il cattivo tempo. Da una parte sostengono ancora alcuni mercati, come Spagna (+39,3%), Regno Unito (+11,5%) e Francia (+1,9%); dall’altra, dove non sono più in vigore, la situazione sta precipitando: Germania -31,7% e Italia -15,7%. I dati riguardano aprile, mese che ha visto le immatricolazioni complessive europee calare del 6,9%. «In mancanza di un mutamento della politica sulle agevolazioni ai consumi - commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor Gl events - il mercato continentale andrà sicuramente in rosso nel secondo semestre dell’anno; il 2010 dovrebbe così chiudere con 13 milioni di vetture immatricolate, ovvero il 10% in meno rispetto al 2009. È chiaro che dalle vendite nei maggiori mercati emerge, con grande chiarezza, che sono gli incentivi statali alla domanda a fare la differenza».
«Dai dati di aprile - aggiunge Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae (case automobilistiche estere in Italia) - otteniamo indicazioni preoccupanti che incidono sul rinnovo del parco circolante, esigenza prioritaria nell’ottica di un sostanziale miglioramento sia dal punto di vista ecologico sia da quello della sicurezza». In scia il commento di Eugenio Razelli, presiedente dell’Anfia (filiera italiana dell’automotive: «La situazione economica ancora difficile per l’assenza di nuove politiche di sostegno al mercato ci induce a prevedere un trend negativo per i prossimi mesi». Guardando i dati di vendita, si nota come a soffrire sono i produttori generalisti (gruppo Fiat -26,6%, calo della quota mercato dal 9,9 al 7,8%, in aprile, e dal 9,3 all’8,5% da gennaio), quelli cioè più vincolati agli ecoincentivi. La principale causa della contrazione delle vendite del Lingotto (meno 2,9% a Piazza Affari) è proprio il calo registrato in Germania, dove lo scorso anno la presenza del gruppo era particolarmente forte, grazie alla gamma di prodotti che usufruivano dei premi alla rottamazione. All’opposto, l’offerta torinese continua a volare in Spagna (+62%) e nel Regno Unito (+42%). Positivi i marchi Peugeot, Citroën (+1,6% il gruppo Psa) e Renault (+9%), pure generalisti, grazie ai bonus ancora attivi sul mercato francese, anche se inferiori rispetto al 2009. Battuta d’arresto per Ford (-13%) e Opel (-18,6%), entrambe di matrice tedesca. Vanno meglio i costruttori premium, le cui vendite non dipendono dagli incentivi: Bmw +13,4%, Mercedes +3,6%, Jaguar-Land Rover +4,3%.
Sul fronte italiano la settimana potrebbe essere decisiva per il negoziato tra Fiat e sindacati sullo stabilimento di Pomigliano d’Arco. Le parti sono ancora distanti e l’impressione è che dalle riflessioni in atto possa essere trovato un punto d’intesa. Ieri, intanto, a Melfi è stata prodotta la Fiat Punto (una Evo 1.4 di colore rosso) numero 5 milioni.


Nel frattempo negli Usa la Chrysler Holding restituisce al Tesoro americano 1,9 miliardi di dollari dei 4 miliardi concessi nel gennaio 2009. Il rimborso è «decisamente superiore» a quello che il Tesoro si aspettava di recuperare su tale prestito, andato in default quando la «Old Chrysler», ha fatto ricorso alla bancarotta.

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