«Sul nucleare l’Iran risponda prima del G-8»

da Ginevra

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,ha detto ieri a Ginevra, dove ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano, Menouchehr Mottaki, che Teheran «sta prendendo in considerazione molto seriamente» il pacchetto di incentivi proposto dal gruppo dei 5 + 1 (gli Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania) alla Repubblica islamica affinché questa si impegni a rinunciare a un programma di armamento atomico.
La comunità internazionale teme che il regime degli ayatollah non voglia limitarsi a costruire centrali in grado di sviluppare energia nucleare per uso civile, ma punti a procurarsi la Bomba minacciando, in tal modo, i già fragili equilibri politici e strategici del Medio Oriente e dell’Asia centrale. Particolare preoccupazioni suscitano le parole del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che più volte ha ribadito la necessità «di cancellare Israele dalla carta geografica».
Quanto detto da Annan a Ginevra induce all’ottimismo, ma una presa di posizione chiara sulla questione l’Iran intende darla senza fretta, «entro il 22 agosto», ha dichiarato Ahmadinejad. Questo termine non sta bene agli Stati Uniti. Un alto funzionario del governo statunitense, al seguito del presidente George W. Bush in visita a Budapest, ha affermato ieri che la Casa Bianca ritiene tardiva una risposta entro tale termine. L’atteggiamento di Teheran, ha detto l’alto funzionario, deve essere reso pubblico prima del vertice del G8, che si terrà a San Pietroburgo, in Russia, dal 15 al 17 luglio, e al quale parteciperanno sia Bush sia il padrone di casa, il presidente Vladimir Putin.
E’ probabile che l’Unione Europea eserciti pressioni su Teheran per tentare di ottenere l’accettazione del pacchetto dei 5 + 1 prima del summit sanpietroburghese. Lo spagnolo Javier Solana, Alto rappresentante della Ue per la politica estera, ha fatto sapere ieri a Bruxelles che «spera di incontrare nei prossimi giorni, probabilmente la prossima settimana», Ali Larijani, il capo della delegazione iraniana ai negoziati sul programma nucleare. Non si sa ancora dove i due si vedranno, ma è certo, ha precisdasto Solana, che non sarà a Teheran.
Sul tema è intervenuto il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema.

«Allo stato delle cose, se è vero quanto scritto nei rapporti - ha sostenuto in un’intervista alla Tv “La 7” - l’Iran non sembra prossimo a dotarsi di armi nucleari». «Non vorrei - ha aggiunto - che ci montassimo come accadde per l’Irak, salvo poi scoprire che non c’era nulla».

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