«Sul voto per Eluana non mi pento»

Roma Ministro Prestigiacomo, Eluana Englaro è appena morta. Come si sente?
«Provo un profondo dolore, la corsa contro il tempo è finita. Spero che Eluana non abbia sofferto».
Il Vaticano chiede «perdono per chi l’ha portata fino a questo punto». Una presa di posizione molto dura. Cosa ne pensa?
«Sono parole forti, la accorata constatazione che le cose sono finite diversamente da come la Chiesa auspicava e riteneva giusto. Pesano».
Nel Pdl c’è chi dice che «è stata ammazzata». Berlusconi parla di «grande rammarico per il fatto che sia stata resa impossibile l’azione del governo per salvarla». Crede che ci siano delle responsabilità da parte di chi ha rallentato un intervento legislativo sul caso Eluana?
«Stasera le responsabilità credo debbano appartenere più alle coscienze che alla polemica politica. La morte merita rispetto. Condivido il rammarico del presidente che ora è il rammarico di tutti».
Come ha vissuto la vicenda di Eluana?
«Credo che, se si è esseri umani dotati di sensibilità, non si può aver vissuto la vicenda di Eluana che con una angoscia profonda».
Se un suo caro si trovasse in una situazione simile come pensa che potrebbe comportarsi?
«In una situazione del genere io non avrei chiesto l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione. Ma io non sono la madre o il padre di Eluana, non ho visto mia figlia in stato vegetativo per 17 anni, non ho vissuto il dramma degli Englaro. Ma di casi ce ne sono proprio tanti. Conosco la madre di un ragazzo da 5 anni in stato vegetativo. Lei lotta, non si arrende nonostante la difficilissima situazione economica con altri figli a carico e senza lavoro e marito. Chiama suo figlio “il mio diamante”. La ammiro».
Che idea si è fatta di Beppino Englaro e della sua determinazione ad andare avanti con la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione?
«L’idea di un uomo che ha sofferto. Oggi più che mai non mi sento di esprimere giudizi».
Eluana è morta mentre il Senato stava cercando di legiferare. A questo punto non pensa che la politica abbia il dovere di risolvere al più presto la questione del testamento biologico?
«Si, perché dobbiamo evitare che i giudici si sostituiscano al legislatore».
Il giorno prima del Consiglio dei ministri aveva detto che il governo non sarebbe dovuto intervenire sulla vicenda di Eluana ma poi anche lei ha votato a favore del decreto. Una decisione che le è costata?
«Certo è costata. Ma è il prezzo che la politica paga quando è chiamata a decidere su qualcosa che non è il disbrigo amministrativo ma un pezzo di vita che attende una scelta. E non era, almeno per me, una scelta possibile quella di lasciar morire qualcuno col bollo di Stato».
È vero che il presidente Berlusconi ha chiesto l’unanimità e, come ha detto La Russa, «il voto sul decreto è stato quasi un voto di fiducia al governo»?
«Un voto di fiducia sulla gravità della scelta. Non si trattava certo di passare una carta sopra l’altra».
Si è pentita?
«Mai come in questo caso è circolata la parola “dubbio”. Tuttavia su un aspetto io non avevo dubbi: proseguire l’idratazione e l’alimentazione non sarebbe stato accanimento terapeutico. Noi su questo ci siamo pronunciati».
Nel caso si presentasse un altro voto su questioni etiche, pensa che potrebbe nuovamente «uniformarsi» al Consiglio dei ministri?
«Il giorno in cui mi venisse chiesto di votare contro coscienza e contro “la” coscienza voterei di no. Mi uniformo solo con questa. Sui temi etici quando la nostra cultura non è in grado di fornire certezze scientifiche, da liberale ho sempre il timore di imporre per legge una mia sensibilità o una mia convinzione».
Resta convinta ancora oggi che la politica avrebbe dovuto scegliere la via del silenzio?
«Sì, avrei preferito il silenzio, ma innanzitutto della piazza. Il caso politico è stato aperto nel momento in cui è intervenuta la sentenza di un giudice».
Come giudica l’operato del ministro Sacconi?
«Rispetto profondamente Maurizio Sacconi. Ha agito secondo la sua coscienza e secondo il diritto».
Cosa ne pensa della mobilitazione della Chiesa contro la sentenza della Cassazione e delle dure critiche al Quirinale?
«Penso che la Chiesa abbia tutto il diritto di mobilitarsi. Non capisco quelli che gridano alle indebite ingerenze del Vaticano. In uno stato laico ciascuno è libero di dire la propria, figuriamoci se non può farlo l’altissima autorità religiosa e morale della Chiesa».
Dopo la presa di posizione di Berlusconi e il voto unanime del Consiglio dei ministri, non c’è il rischio che sui temi etici la maggioranza di centrodestra sia un po’ sbilanciata da una parte?
«Sui temi etici parlare di maggioranza ed opposizione mi sembra improprio».
Però nel centrodestra oltre a lei gli unici che hanno espresso perplessità sono il presidente Fini e Della Vedova...
«Non credo che io e Benedetto Della Vedova, un collega che rispetto ma che ha una cultura ed una storia molto diversa dalla mia, in questo caso la pensiamo allo stesso modo. Analogamente la posizione di Fini mi sembra strettamente connessa al suo ruolo istituzionale. Sui temi di coscienza si confrontano le coscienze dei singoli, le sensibilità individuali.

Coscienze e sensibilità che meritano rispetto. Tutte. Il governo come è giusto che sia, ha deciso laicamente come sono certa che il Parlamento avrebbe laicamente deciso a grande maggioranza. Purtroppo troppo tardi per Eluana».

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