Cultura e Spettacoli

Sul web le indagini dell’ispettore Charles Dickens

Il 7 febbraio 2012 cade il bicentenario della nascita di Charles Dickens. L’università inglese di Buckingham, per celebrare l’evento, ha deciso di mettere on line i settimanali di cui lo scrittore fu direttore ed editore. Il sito è già consultabile (www.djo.org.uk). Accanto alle riproduzioni fotografiche delle 30mila pagine originali, c’è la trascrizione degli articoli. Ma è necessaria una enorme mole di lavoro: per rileggere ed eliminare i refusi; per stilare indici completi; per compilare le biografie delle firme. Al fine di non mancare l’appuntamento, gli studiosi hanno lanciato un appello, cercando volontari sul web e trovandone parecchi.
La rivista Household Worlds iniziò le pubblicazioni nel 1850. Nove anni dopo, Dickens decise di fare tutto da solo e si liberò dei soci. Il giornale fu ribattezzato All the Year Round (chiuderà i battenti nel 1895, venticinque anni dopo la morte del suo creatore). Dickens, ex cronista parlamentare, sapeva fare il suo mestiere e sapeva guardare lontano. Household Worlds vendeva mediamente 35mila copie. All the Year Round passò quasi subito a 100mila. I numeri di Natale (trainati anche dai racconti di... Charles Dickens) raggiungevano regolarmente le 300mila copie.
La narrativa aveva un ruolo importante (Tempi difficili e Grandi speranze, per limitarsi ai capolavori del direttore, nascono su quelle colonne) ma non esclusivo. E qui veniamo ai numerosi motivi d’interesse di queste riviste, poco conosciute in Italia, e tutto sommato anche in Gran Bretagna. Dickens era interessato alla politica estera. E l’Unità del nostro Paese finì al centro del dibattito. All the Year Round prese a divulgare le posizioni di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini. Thomas Trollope (fratello di Anthony) scrisse un reportage sui massacri della seconda guerra d’indipendenza.
Ma la vera scoperta fu la cronaca nera. Kate Summerscale, nel saggio Omicidio a Road Hill House (Einaudi), vincitore del Pulitzer, ha raccontato come sia nata la passione popolare per gli omicidi efferati o misteriosi. Beh, un ruolo decisivo fu giocato proprio dal direttore Charles Dickens. I suoi giornali furono tra i primi a mitizzare la figura del detective e ad attirare l’attenzione sui metodi d’indagine, sugli interrogatori, sulle vittime, sui killer. Dickens stesso se ne occupò in prima persona, firmando articoli come Detective Police o Three Detective Anedoctes.
Naturalmente, lo scrittore fece tesoro dell’esperienza giornalistica. Nel 1860, un feroce omicidio famigliare, a Road, cittadina di campagna, turba l’intera Inghilterra. Un bambino di tre anni viene prelevato dalla culla e soffocato. Gli indagati sono le dodici persone presenti in casa nella notte del delitto. Arriva da Londra un ispettore di Scotland Yard, Mr Whicher. Risolverà il caso ma non verrà creduto. Il tempo gli darà ragione.
Dieci anni dopo, Dickens muore lasciando un capolavoro incompiuto, croce e delizia dei suoi lettori: Il mistero di Edwin Drood. Un romanzo nerissimo sul cui finale aperto (non si sa chi sia il killer, e a dire il vero neppure se c’è un morto) sono stati scritti interi saggi.

Una cosa è certa: Dickens si ispirò all’omicidio di Road, e alle pagine di «nera» confezionate per i suoi giornali.

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