Sull’Expo l’incubo burocrazia

Il problema dei tempi nella realizzazione delle opere pubbliche che nel nostro Paese sono a dir poco scandalosi, si aggira come un fantasma anche al di sopra della Expo e dalle sollecitazioni del sindaco è evidente come questo fantasma si possa davvero tramutare in realtà. Un meccanismo perverso che sembra studiato a tavolino, calcolato con precisione, seguendo la logica dei diversi interessi e dei personaggi politici e pubblici chiamati a decidere. Il fatto che il nostro Passante milanese sia stato costruito in tempi che è poco definire ridicoli rispetto a quelli impiegati per la realizzazione di una linea metropolitana in una città svizzera, fa capire come vi sia l'urgenza di rivedere le regole. La ricerca di un consenso unanime nelle realizzazioni è un fatto praticamente impossibile.

L'esempio calzante sta nei vent'anni e più per la progettazione e l'approvazione della pedemontana, assurdi e incomprensibili, ancor più i sei previsti per la realizzazione, se il sei non diventerà poi a due cifre. Impiegare vent'anni significa non poter programmare le opere nel futuro e ritrovarsi al termine con un'arteria già obsoleta.

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