Sull’Italia 90 bandiere blu: 14 sono in Toscana

Coste incontaminate: il nostro Paese battuto dalla Spagna

da Roma

Sono novanta le Bandiere Blu assegnate quest'anno all'Italia dalla Fee, la Foundation for Environmental Education, in collaborazione con Cobat e Coou, i Consorzi obbligatori per la raccolta delle batterie e degli oli esausti. Riconoscimento anche per 52 località rivierasche. Buoni risultati quindi per l'Italia ma che nel Mediterraneo deve lasciare il primato alla Spagna, che segna 104 Bandiere Blu. Sono invece 89 per la Francia, 82 per la Grecia e 51 per la Turchia. Nel nostro Paese, il primato 2006 è della Toscana con 14 bandiere, seguita dalla Liguria con 12, dalle Marche con 11, dall'Abruzzo con 10. L'Emilia Romagna ha ottenuto 8 bandiere, la Campania 7, la Puglia 6; la Calabria, il Lazio e il Veneto 4 a testa; la Sicilia 3, il Friuli Venezia Giulia 2, e una ciascuna per Molise, Sardegna, Piemonte, Lombardia e Basilicata. Le località lacustri sono presenti con 3 Bandiere Blu. Trend positivo sicuramente per la Toscana, mentre è negativo per le regioni meridionali dove i comuni, ad eccezione delle località vincitrici premiate, dimostrano - dice la Fee - «ancora troppo spesso una scarsa sensibilità ambientale».
È la ventesima edizione della manifestazione e «anche nel 2006 il nostro intento è stato quello di sensibilizzare le amministrazioni rivierasche ad un turismo che sappia coniugarsi con l'ambiente - ha detto Roberto Riccioni, presidente della Fee Italia - capace cioè di incrementare in particolare le presenze straniere». Sono state premiate le Amministrazioni che maggiormente si sono impegnate a migliorare lo stato dell'ambiente, promuovendo un turismo sostenibile. Sono stati presi in considerazione i dati sulle acque di balneazione; l'esistenza ed il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; un regolare smaltimento dei rifiuti con particolare riguardo alle raccolte differenziate e relativo riciclaggio; le iniziative ambientali promosse dalle amministrazioni, la cura dell'arredo urbano e delle spiagge, la possibilità di accesso al mare per tutti i fruitori senza limitazioni ed infine il sostegno a programmi di educazione ambientale diretti alle scuole ed ai cittadini con l'organizzazione di convegni, mostre e formazione attinenti problematiche ambientali.
Grazie al Cobat, dal 1992 - anno di nascita del Consorzio - sono state recuperate più di due milioni e mezzo di tonnellate di batterie esauste. La raccolta di questo rifiuto, altamente pericoloso per l'ambiente - ha detto Michele Zilla, direttore generale - «ha permesso di tutelare l'enorme patrimonio paesaggistico, storico e culturale del nostro Paese, garantendo, sulle importazioni di piombo, una economicità per la nostra bilancia dei pagamenti».
E a sua volta «da sempre il Consorzio obbligatorio degli oli usati dedica una particolare attenzione alla difesa dei mari - afferma Paolo Tomasi, presidente del Coou -. Se sversati in acqua, infatti, gli oli lubrificanti usati possono produrre gravi danni ambientali.

Per questo motivo, da oltre vent'anni il Consorzio fornisce una risposta concreta a chi va per mare, sia esso pescatore o diportista, offrendogli la possibilità di depositare il proprio olio usato in strutture idonee ed accessibili», le cosiddette «isole nel porto». Sono 59 quelle gestite dai due Consorzi in 31 porti italiani: nel 2005 sono state conferite a esse circa 250 tonnellate di olio lubrificante usato e 130 tonnellate di batterie esauste.

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