Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, ha riconosciuto a Napoli - intervenendo allinaugurazione dellanno giudiziario - che ci sono «schegge destabilizzanti» allinterno della magistratura. Osservazioni analoghe erano state colte nel discorso che Romano Prodi ha pronunciato, come Guardasigilli ad interim, alla precedente cerimonia inaugurale nel palazzaccio romano. «Se si verificasse - aveva detto - che taluni magistrati utilizzano gli strumenti dellinvestigazione e dellazione penale fuori dai casi strettamente previsti dalla legge... saremmo di fronte a una vera e propria distorsione per non dire di eversione del tessuto istituzionale». E il se dubitativo appariva con evidenza un artificio retorico.
Nulla da obbiettare a queste diagnosi impietose, peraltro piuttosto sorprendenti in quanto provengono da esponenti di uno schieramento politico che sera eretto a difesa strenua della magistratura e che aveva incensato la procura dallaccusa e dalle manette facili. Adesso per bocca dalcuni suoi notabili il centrosinistra ha cambiato parere. È stato colto non sulla via di Damasco ma sulla via di Ceppaloni da unimprovvisa crisi di coscienza per gli arresti domiciliari cui è stata sottoposta Sandra Mastella, e per liscrizione del marito nel registro degli indagati. Mancini ha parlato chiaro: «Personalmente non penso che ci fossero le condizioni per la custodia cautelare». Sulla stessa linea sia il sottosegretario Luigi Scotti - secondo il quale quel provvedimento era «inconcepibile» - sia il senatore DAmbrosio, già militante nel «pool» milanese di Mani pulite.
Le conversioni, quando hanno esiti virtuosi, vanno sempre onorate. Ribadiamo tuttavia la convinzione che limprovvisa insofferenza alle toghe dei personaggi citati sia stata motivata non dal comportamento di procure celebri e mediaticamente famose come Milano, Palermo, Roma, ma dalliniziativa duna procurina - Santa Maria Capua Vetere - retta dal focoso Mariano Maffei. Prendendosela con i Mastella, Maffei ha dato il colpo di grazia a un esecutivo già più di là che di qua. Questo non viene ora perdonato alle Procure, dopo che tante manifestazioni di faziosità ed esibizionismi erano passate sotto il silenzio dei politici di sinistra e del Csm.
La resipiscenza di Mancino ha un po ravvivato il tedio che contrassegna le aperture dellanno giudiziario: nelle quali sono ripetuti moniti vecchi di decenni, e da decenni inascoltati.
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