Sulla "nuova P2" giustizia lampo, presto trasferiti altri due giudici

Trasferiti. Anche se occorrerà aspettare la decisione del nuovo Consiglio superiore della magistratura la partita sui due magistrati coin­volti nella loggia P3 di Flavio Carboni in sostanza si è già chiusa con lo spostamento in altro ufficio. Toccherà al nuovo Csm procedere al trasferi­mento di Alfonso Marra, accusato di aver chie­sto all’ex giudice tributario Pasquale Lombardi di fare pressione su alcuni consiglieri del Csm per ottenere la nomina alla presidenza della Cor­te d’Appello milanese. Sempre «se riterrà che non possa più ricoprire il vertice di uno degli uffi­ci giudiziari più importanti d’Italia», come spie­­ga Fiorella Pilato, che presiede la prima commis­sio­ne del Csm e che ieri ha chiuso l’istruttoria av­viata il 20 luglio scorso, in seguito alla decisione di aprire la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità. 

Proprio ieri la prima commissione del Csm avrebbe dovuto ascoltare il presidente della Corte d’Appello di Milano, coinvolto nell’inchiesta sull’eolico. Ma lo stesso Marra aveva già fatto sapere che non si sarebbe presentato e ieri l’istruttoria è stata chiusa disponendo il deposito degli atti, che di solito precede la richiesta di trasferimento d’ufficio del magistrato. Atti che saranno a disposizione del difensore di Marra, l’ex pm di Mani Pulite Piercamillo Davigo. Il magistrato avrà 20 giorni di tempo per preparare la sua difesa. Con la prossima consiliatura, a partire da settembre, il Csm potrà dunque deliberare in plenum il caso Marra, nei confronti del quale pende anche l’azione disciplinare avviata dal pg di Cassazione. Azione che, secondo la Pilato, non preclude però l’iniziativa del Csm.

È sempre la Pilato a spiegare la decisione. «Lasciamo il più ampio ventaglio di soluzione al nuovo Csm che potrà decidere per un’archiviazione, un approfondimento istruttorio oppure per un immediato trasferimento d’ufficio - spiega - ma se non avessimo proceduto al deposito degli atti la possibilità di un trasferimento immediato di Marra sarebbe stata preclusa ai nuovi consiglieri». La Pilato si dice convinta del fatto che il prossimo Csm riterrà che Marra «non possa più ricoprire il vertice di uno degli uffici giudiziari più importanti d’Italia». E questo a prescindere dalla verifica del comportamento di Marra. «A noi non interessa sapere se Marra ha preso parte o no alle pressioni esercitate da diverse persone su consiglieri del Csm per favorire la sua nomina», puntualizza la Pilato. Perché comunque, prosegue «si è determinata una situazione in cui Marra appare come la persona per cui si sono mosse squallide consorterie che lo ritenevano per la Corte d’Appello di Milano il candidato più utile ai loro fini».

E sempre ieri è arrivato il primo via libera del Csm al trasferimento del presidente della Corte d’appello di Salerno, Umberto Marconi, a Napoli, l’altra toga coinvolta nella P3, alla sezione Lavoro della Corte d’appello di Napoli, con funzioni di consigliere.

Ad indicare la sede dove essere trasferito è stato lo stesso Marconi che si confessa soddisfatto di tornare «a casa a Napoli». Il magistrato però confida un vecchio rimorso: quello di aver bocciato la candidatura di Giovanni Falcone per guidare l’ufficio istruzione di Palermo. «Su Falcone sbagliai», dice oggi Marconi.
RR

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