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Sulle somme rientrate riserbo assoluto

I vantaggi dello scudo sono essenzialmente tre: riservatezza delle dichiarazioni e delle somme rimpatriate; opponibilità agli accertamenti fiscali e contributivi; copertura in campo penale (benché limitata ai reati di omessa e infedele dichiarazione). È espressamente previsto infatti dalla disposizione il divieto di utilizzare lo scudo, in sedi amministrative o giudiziarie, a sfavore del contribuente. Soprattutto, lo scudo conviene enormemente se messo a confronto con un eventuale accertamento fiscale sulle somme detenute illecitamente all’estero, con relative pesanti sanzioni. Il che, considerando che il giro di vite a contrasto dell’evasione fiscale è sempre più stretto, è tutt’altro che improbabile: detenere all’estero attività finanziarie non dichiarate sarà sempre più rischioso, tanto più che la crisi ha spinto l’Italia, come tanti altri Paesi, a intensificare il contrasto ai paradisi fiscali, così come stabilito dall’intesa fra i membri dell’Ocse. Esiste anche un vantaggio di natura strettamente fiscale: se, per esempio, la dichiarazione riservata ha come oggetto delle attività il cui valore è superiore al costo d’acquisto (plusvalenza), indicando il valore normale - possibilità prevista dalla legge - si esegue una rivalutazione di tale attività al costo del 5% dell’importo dichiarato.

In pratica, il valore indicato nella dichiarazione riservata è il nuovo costo fiscalmente riconosciuto al contribuente per i calcoli futuri della plusvalenza imponibile ai fini della cessione: si paga un 5% subito al posto di un futuro 12,50%, o di un 49,72% della plusvalenza.

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