Sulle tracce di chi ha coperto la fuga di Ghira

Sulle tracce di chi ha coperto la fuga di Ghira

Su e giù tra Madrid e le Canarie con la divisa della Legión española, tra promozioni e guai con la giustizia a causa della droga, fino alla morte per overdose. Il ruolino militare di Massimo Testa, alias Andrea Ghira, ricostruisce praticamente tutta la latitanza del boia del Circeo smentendo le voci che in 30 anni lo avevano dato per «avvistato» a tutte le latitudini, dal Kenia al Sudamerica. Ma mai in Spagna. Invece, solo otto mesi dopo aver ucciso Rosaria Lopez e seviziato Donatella Colasanti, Ghira è già a Madrid, all’ufficio reclute della Legión española. A disegnare la sua storia segreta è un comunicato del comando del Tercio Gran Capitàn, la brigata della Legione che ha sede nell’enclave di Melilla, sulla costa marocchina. Un suo commilitone, intervistato da Sky Tg24, ha confermato che Ghira fu sospeso ma «non espulso», tanto che continuò a incassare il suo stipendio. Ora gli inquirenti, dopo che mercoledì la rogatoria con la richiesta di esumazione della salma partirà dalla Procura di Roma, voleranno a Melilla.

Per scoprire se anche lì Ghira ha goduto di coperture. Poi bisognerà comparare la traccia genetica con quella della madre di Ghira, Maria Cecilia. Che, ieri, ha chiesto di poter andare a Melilla per deporre un mazzo di fiori sulla tomba del figlio.

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