«Sullo smog il governo si deve dare una mossa»

Smog, Romano Prodi si deve dare una mossa. Avvertenza siglata dalla Regione Lombardia, che sul tema antinquinamento ha messo a punto misure strutturali apprezzate dalla Commissione europea. Anche quei due decreti sui filtri antiparticolato sia per auto sia per autocarri che il Governo non sblocca.
«È tutto fermo. Tutto fermo da novembre e, francamente, non si capisce perché. Non solo non è successo nulla ma si ha il sentore che nulla continuerà ad accadere» chiosa Marco Pagnoncelli. Virgolettato dell’assessore regionale all’Ambiente che richiama Roma alle sue responsabilità: «Sul problema smog, il Governo deve fare la sua parte. Che aspetta il ministro dei Trasporti a sbloccare quei due decreti pronti già dall’estate scorsa?». Domandina con risposta inclusa, «evidentemente, a Roma, non se ne comprende l’importanza» che, invece, per la Regione Lombardia è cosa ben nota: «L’applicazione dei filtri antiparticolato sui veicoli diesel si traduce in una riduzione tra il 90 e il 95 per cento delle emissioni di Pm10 primarie ovvero la più dannose per la salute».
Tecnologia per l’abbattimento delle emissioni che in Italia non «ha alcuna normativa di riferimento per l’omologazione» ma solo una circolare ministeriale «temporanea» che consente «l’omologazione dei filtri solo sugli autobus». Come dire: la Regione Lombardia che non ha la bacchetta magica per risolvere il problema Pm10 «è pronta però a mettere a disposizione incentivi per le auto e gli autocarri, come già fatto per gli autobus attraverso un bando speciale da quattro milioni di euro».
Buona intenzione che, si sfoga Pagnoncelli, si scontra l’indifferenza del Governo: «Se Prodi e i suoi ministri non si decidono ad affrontare e risolvere una volta per tutte la questione, be’ noi non possiamo fare niente». Sorprendente, davvero: dal Pirellone, a giugno 2006, è uscita la bozza del decreto legge per gli autocarri e il mese successivo, luglio, quella per le auto. Ma da Palazzo Chigi silenzio, nonostante i due atti regionali siano stati promossi con tanto di nulla osta dalla Commissione europea.
E, attenzione, nonostante i risultati ambientali prodotti dalla tecnologia dei filtri antiparticolato: ad esempio, quegli studi condotti presso i laboratori dell’Eni-tecnologie dove su un autobus urbano Euro 2 si è simulato un ciclo reale di esercizio-uso nella città di Milano. Risultato? Il PM10 con l’applicazione del filtro era pari allo 0,033 rispetto all’1,169 registrato da un autobus senza filtro ovvero un abbattimento del 97 per cento, mentre del 69 è stato quello di HC e del 97 quello di CO.

Valori che in un’analoga ricerca condotta presso il laboratorio del Centro Jrc dell’Unione Europea a Ispra su un motore in configurazione euro 3 hanno ottenuto una diminuzione del 92 per cento di PM10, del 69 di HC e dell’89 di CO.
Istogrammi che accompagnano i virgolettati della Regione a supporto degli interventi strutturali e progettuali per combattere l’inquinamento in città. Obiettivo che, evidentemente, non è quello del Governo.

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