Da ieri, il principale indagato per la morte di Michael Jackson sembra essere Conrad Murray. Il medico personale del cantante, assunto con un salario mensile di 150mila dollari, è stato infatti iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo, dopo che in un primo momento la polizia aveva dichiarato di non ritenerlo un sospettato. Cardiologo a Las Vegas e Houston ma al momento sospeso dalla professione, Murray era presente la sera del 25 giugno, quando il cantante si sentì male: gli praticò un massaggio cardiaco, prima che fosse dichiarato morto allospedale Ucla di Los Angeles. In precedenza, era già stato ascoltato due volte dagli inquirenti. Per ora, comunque, né risulta essere stato arrestato né formalmente incriminato.
Con due mandati di perquisizione emessi dal tribunale di Houston, la polizia ha perquisito lo studio di Murray e un magazzino, in cerca di «oggetti che possano provare il reato di omicidio colposo». Sono stati sequestrati farmaci e ordinativi, ricevute e documenti. Nello studio, anche un computer, una carta ricaricabile e e-mail di ex impiegati.
«Non so cosa stiano cercando, e non posso dire che nesso ci sia tra quello che hanno trovato e la morte di Jackson», ha detto Eward Chernoff, avvocato di Murray, che ha anche negato che il suo assistito abbia somministrato alla star narcotici o altri farmaci che potrebbero averne causato la morte.
Il cantante, infatti, soffriva di insonnia cronica che peggiorava sempre più man mano che il ritorno sulle scene si avvicinava. Lha detto il dottor Dwayne James in unintervista al Daily Mirror: Jackson stava sempre peggio. James, lo stesso che gli fece costruire la camera iperbarica nel 1986, si era rifiutato di prescrivergli il Propofol, potente anestetico che sembra la star usasse per dormire e che potrebbe essere la causa della sua morte. «Non importa a che cifra, ma trovami un anestesista che me lo somministri», avrebbe detto Jackson alla sua infermiera Cherlyn Lee. E gli investigatori sospettano che quel medico sia stato Murray.
Intanto, un altro dettaglio si aggiunge alla vicenda della morte dellartista. Il figlio Prince Jackson, il secondogenito, era presente quando Murray tentò invano di rianimare suo padre.
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