Economia

Suor Giuliana prende i voti e va al vertice della Compagnia

La nebbia, per usare un’espressione a lei cara, si sta diradando. Dopo giorni di telefonate incrociate e riunioni più o meno carbonare, suor Giuliana Galli sembra avviata ai vertici della Compagnia di San Paolo, al posto di Elsa Fornero che è stata nominata alla vicepresidenza del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, la banca di cui la fondazione è la prima azionista. La nomina ufficiale è prevista per lunedì, quando si riunirà il consiglio generale della Fondazione. La religiosa, che dal 2008 siede nel parlamentino della Compagnia su indicazione del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha sciolto le riserve.
«Ho detto sì - spiega - perché ho sentito la fiducia dei miei colleghi». A cominciare da quella del giurista Stefano Ambrosini, dell’ex prorettore del Politecnico di Torino, Marco Mezzalama, e di Alberto Dal Poz, i grandi tessitori dell’operazione, che ieri pomeriggio hanno formalmente proposto il nome della ex responsabile dei volontari del Cottolengo ad Angelo Benessia. Spettava a loro, del resto, l’indicazione della nuova nomina dopo l’accordo che ha evitato la sfiducia nei confronti del presidente della più grande fondazione bancaria d’Europa. E la scelta è ricaduta su suor Giuliana: «La Compagnia è attenta alle difficoltà del territorio», spiega la religiosa, secondo la quale non c’era una persona sufficientemente sensibile «rispetto ai bisogni sociali attuali. Ecco perché ho accettato l’incarico». Non sono mancati, fino all’ultimo, i tentativi di candidature alternative, ma nessuna sembra avere scalzato quella della suora, che dunque siederà nel comitato di gestione della Compagnia. Ovvero l’organismo che detiene tutti i poteri sull’ordinaria e sulla straordinaria amministrazione, competente a deliberare gli interventi della fondazione nei settori più rilevanti. Resta soltanto da capire se, come sembra, suor Giuliana accetterà di ricoprire in contemporanea anche il ruolo di vicepresidente della Compagnia, dato che per statuto la Fondazione può restare anche con un solo vice.

E c’è anche da risolvere la grana sollevata dalla Provincia di Torino, che rivendica un posto nel comitato di gestione, dove nonostante le promesse di due anni fa non è ancora rappresentata.

Commenti