da Pechino
Era lopera di maggior impegno del regime, sulla quale aveva investito montagne di denaro e tutto il suo potere per mettere a tacere obiezioni interne e internazionali sui gravi rischi ecologici, sfidando anche la Banca Mondiale che aveva negato ogni finanziamento. Adesso moniti e allarmi sono confermati ufficialmente, dopo che per anni erano state date solo notizie trionfali sullavanzamento dei lavori. La gigantesca diga delle Tre Gole sullo Yangtze, destinata a fornire con la sua centrale idroelettrica energia pari ad alcune centrali nucleari, è sotto tiro ai livelli più alti, per gli sconvolgimenti naturali che sta già provocando, con il pericolo di una immane catastrofe. Nei prossimi anni, almeno quattro milioni di abitanti in città e villaggi in prossimità della diga dovranno essere evacuati e trasferiti altrove per pericoli di frane, smottamenti, erosioni provocate dalla diga. I quattro milioni si aggiungono a circa il milione mezzo di persone già forzosamente evacuate dalla zona più interessata, poi sommersa dalle acque nella realizzazione di un bacino esteso per circa 500 chilometri, con una diga alta 185 metri, lunga due chilometri. La situazione è denunciata dal vice sindaco di Chongqing, la maggiore città del paese, poco meno di 20 milioni di persone, situata a monte della diga, dopo che la gigantesca opera è stata messa sotto tiro il mese scorso in un forum di studiosi e scienziati.
Finora lopportunità della diga, la sicurezza sui lavori per la sua realizzazione, le cure per limpatto ambientale - a parte lo sradicamento di tanta gente dai luoghi in cui aveva vissuto per millenni non erano mai state messe in discussione dal potere, che ha respinto ogni obiezione di ecologisti interni e di istituzioni internazionali. La si voleva per mere questioni economiche, data la fame di energia della Cina in sviluppo, e si è andati alla sua realizzazione come per una sorta di orgoglio nazionale, con una spesa di oltre 23 miliardi di dollari. Adesso si parla dei rischi, ed è forse anche per una diversa sensibilità ecologica dei vertici del partito. Gli studi e i lavori per la diga furono avviati, senza contributi esterni, quando era primo ministro Li Peng, che ne aveva fatto quasi una questione personale volendo legare il proprio nome alla gigantesca opera, e Jiang Zemin capo del partito e dello Stato: con lui si è avuto limpetuoso sviluppo economico, con nessuna attenzione allambiente, tanto che oggi la Cina ha tristi primati mondiali per inquinamento atmosferico e delle acque. Lattuale dirigenza, con Hu Jintao capo del partito dal 2002 e dello Stato dal 2003, dimostra invece una crescente attenzione ai problemi ecologici, alla qualità dellaria, alla sicurezza e salute dei cittadini, tanto che lo slogan da lui lanciato per la sua politica è «costruire una società armoniosa», intesa anche in programmi di redistribuzione del reddito per accorciare le distanze tra città e campagna, tra ricchi e poveri. È significativo che gli allarmi sulla diga siano emersi adesso: cioè alla vigilia del congresso del partito comunista, che si apre lunedì con il rapporto di Hu Jintao, in cui saranno certo trattate anche le questioni ecologiche poste dallenorme, disordinato sviluppo che, migliorando le condizioni materiali di vita di centinaia di milioni di persone, ha anche messo a repentaglio lambiente non in senso estetico, ma sostanziale.
Cominciati nel 1993, i lavori sono stati finiti nella prima fase con linstallazione delle prime turbine, lopera dovrebbe essere completata nel 2009. Ma ieri laltro lagenzia ufficiale Nuova Cina ha diffuso le dichiarazioni del vice sindaco di Chongqing, secondo il quale nei prossimi 10-15 anni, quattro milioni di persone dovranno essere a forza evacuate per «proteggere lecologia dellarea del bacino, che ha un ambiente vulnerabile». Secondo la stessa agenzia, scienziati e studiosi hanno lanciato seri allarmi nel forum svoltosi a settembre: «Se non si prendono misure preventive si avrà una catastrofe». Il peso dellacqua dietro la diga erode le sponde del fiume, e la fluttuazione del livello delle acque causa ondate che provocano frane.
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