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Una via per superare il divorzio politica-cultura

Se l'occasione di Atreju favorirà sia la ripresa dello scorrere della cultura nelle vene della nostra politica, sia l'agganciamento della destra italiana alle migliori boe, come tra gli altri Prezzolini e Papini, e poi Montanelli, della nostra cultura politica e giornalistica, questo sarà un servizio importante reso alla vita politica e culturale del Paese

Una via per superare il divorzio politica-cultura
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L'avvio dell'edizione 2025 di Atreju potrebbe segnare un punto di svolta molto significativo, grazie all'intensità e all'impronta pluralistica dei tanti eventi, incontri e dibattiti su aspetti della politica e della cultura compresi nella rassegna. Pochi evidenziano infatti che siamo reduci da una lunga fase di sostanziale divorzio tra politica e cultura, aggravato con l'avvento dei Cinquestelle che, sulla base del modello "dell'uno vale uno" sono figli e attori del peggior dilettantismo possibile. La stessa fuga dei cittadini dalle urne è figlia per certi aspetti del fatto che da tempo nelle vene della politica non scorre il sangue della cultura. Di qui la tendenziale atrofizzazione che abbiamo vissuto del corpo della politica. Ebbene, il Giornale è stato fondato da Indro Montanelli (come finalmente riappare nella nuova testata) in compagnia di un gruppo di giornalisti e soprattutto uomini di cultura, come Guido Piovene, Giovanni Arpino, Enzo Bettiza, Geno Pampaloni e altri, e come tale non può non essere impegnato in un contributo al superamento del divorzio tra cultura e politica. Tra l'altro il 2025 ha segnato il centenario dalla nascita di un grande politico e uomo di cultura come Giovanni Spadolini, già grande amico di Montanelli, e il 2026 segna due importanti centenari dall'uccisione di due grandi rappresentanti, in modi diversi della famiglia liberale, Giovanni Amendola e Piero Gobetti, pur figlio di un liberalismo eretico.

Ma è soprattutto ai migliori filoni del liberalismo e del liberalismo conservatore che occorre attingere per apportare nuovo sangue alla cultura politica. Ci aiuta in questo un agile ma intenso libro appena pubblicato da Corrado Ocone per le edizioni di Società Aperta, proprio dal titolo Politica e Cultura. Li si può attingere dai migliori donatori di quel sangue che dovrebbe tornare a scorrere nelle vene della politica. Da Benedetto Croce a Giovanni Gentile ad Amendola e a Prezzolini. La lezione di fondo di Prezzolini è infatti per molti versi parallela a quella di Montanelli. Entrambi caratterizzati da una forma di liberalismo conservatore, con qualche vena anarchica, propria di chi è gelosissimo della sua libertà di giornalista e attore culturale. È noto che Montanelli scelse di essere libero giornalista e direttore fino in fondo, tant'è che rifiutò quel pur da altri ambitissimo seggio di senatore a vita, propostogli con insistenza dal Presidente della Repubblica Cossiga. Se l'occasione di Atreju favorirà sia la ripresa dello scorrere della cultura nelle vene della nostra politica, sia l'agganciamento della destra italiana alle migliori boe, come tra gli altri Prezzolini e Papini, e poi Montanelli, della nostra cultura politica e giornalistica, questo sarà un servizio importante reso alla vita politica e culturale del Paese.

Attingere ai migliori filoni del pensiero liberale conservatore del Novecento, da Croce e Papini fino a Prezzolini, Montanelli ed altri può aiutare infatti a dare un senso più compiuto alla politica del presente e a progettare meglio il futuro.

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