Superclandestino, ma non si può cacciare

MilanoEra già stato fermato e denunciato 15 volte per violazione della legge sull’immigrazione. Nel frattempo aveva trovato il tempo di farsi arrestare per spaccio, e denunciare per furto aggravato, porto abusivo d’armi, occupazione abusiva e ubriachezza molesta. Nell’ultima settimana, per rinfrescare il curriculum, lui - ventenne marocchino - è entrato da abusivo per tre volte nello stesso stabile, la palazzina di via Clitumno 11, famosa centrale dello spaccio e dell’abusivismo, teatro da anni di risse, faide, rapine, accoltellamenti. Stavolta è stato arrestato per resistenza.
Siamo in zona via Padova, la banlieue milanese che a febbraio è esplosa in uno scontro etnico fra nordafricani e «latinos». Una guerra di quartiere finita con un morto, auto rovesciate e vetrine in frantumi. Da allora tutto il quartiere è sottoposto a un controllo continuo di polizia municipale, forze dell’ordine e pattuglie miste polizia-esercito. È nel corso di uno di questi blitz che il giovane clandestino è stato beccato. Occupava un appartamento che era stato prima sigillato dalla polizia locale, poi murato dopo una nuova effrazione. Il marocchino è clandestino. Sia per lui sia per l’occupazione dell’appartamento, però - lo denuncia il Comune - l’attività delle forze dell’ordine si scontra con regole discusse, o non sempre applicate. Il ventenne in teoria potrebbe e dovrebbe essere espulso. Quel che ha combinato nei suoi pochi anni in Italia però lo mette al riparo dall’espulsione: «Avendo un procedimento pendente - spiegano dal Comune - non può essere rimpatriato». L’Italia, insomma, prima di rispedirlo a casa deve giudicarlo per i (molto presunti) reati, e con i tempi infiniti della giustizia. Anche per questo forse i numeri delle espulsioni per via giudiziaria a Milano parlano di tremila denunce per immigrazione clandestina, 60 azioni penali esercitate dai magistrati e solo due sentenze di espulsione pronunciate - neanche una eseguita.

«Può darsi che i magistrati siano contrari alle nuove norme - commenta il vicesindaco Riccardo De Corato, chiedendo ai magistrati di “ficcare il naso” in questi casi - noi possiamo dire che anche per la norma che prevede il sequestro e poi la confisca dell’alloggio affittato a clandestini ci sono problemi. Abbiamo avanzato 30 richieste solo per via Padova. Senza ottenere neanche un provvedimento».

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