Un Superclub antitesi della democrazia

Q uale è il vero fine che i membri del gruppo dei 14 o 18 si sono prefissi al momento della fondazione della loro associazione? Certamente non quello di sviluppare i tornei, di renderli più attraenti, di riportare il pubblico allo stadio. Certamente, invece, di sfruttare al massimo il patrimonio economico che il calcio possiede e che, finora, è stato distribuito con criteri evangelici, per usare un aggettivo fastidioso per chi frequenta un altro tipo di religione. L’Uefa ha cambiato, su suggerimento degli stessi club, la formula della coppa dei Campioni che non è più tale, ha cancellato la coppa delle Coppe, ha ridimensionato la coppa Uefa e ha versato un monte premi enorme ai partecipanti della competizione più importante. Ma non è bastato. Perché il G 14/18 non vuole soltanto i denari, chiede il potere, progetta un cambio politico, senza averne alcun titolo se non quello finanziario, sarebbe come se la Confindustria decidesse la formula delle elezioni politiche, soltanto per il peso (sempre finanziario ma con gli ultimi risvolti di propaganda politica) che essa ha e per il potere che rappresenta. Uefa e Fifa hanno dirigenti che vengono eletti in rappresentanza delle loro rispettive federazioni, quelli del G 14/18 si sono autonominati in rappresentanza di se stessi, una nuova formula di democrazia che fa tornare alla mente la frase di Winston Chruchill, rivista e corretta, «la democrazia è la migliore forma di governo perché si è in due a decidere, l’importante è che uno di questi sia ammalato».

Il modello della Nba, il basket americano, è affascinante (per il giro di dollari) ma qualcuno ha davvero in mente la filosofia sportiva di quello sport, di quel Paese, di quei tifosi e di quei dirigenti - campionato chiuso, campagna trasferimenti con criteri particolari, nessuna retrocessione, possibilità di vendere e comprare il club in franchising -, in rapporto alla nostra che è capace di litigare anche per la designazione di un arbitro e sulla data di recupero di una partita? Si può discutere sull’Uefa e sulla Fifa, giustamente, da sempre, scrivendo e dicendo di tutto su e contro Johansson e Blatter ma appena si sfiora il G 14/18 suonano tutti gli antifurto.
Post scriptum: a proposito del modello Nba, qualcuno dovrà sempre dimostrare che gli americani abbiano il monopolio dell’intelligenza anche nel calcio.

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