I tecnici che interpretano i dati trasmessi dal satellite Landsat, progettato per studiare le trasformazioni della superfice terrestre ad opera dell'uomo, hanno certamente notato lo strano fenomeno che da qualche anno sta colpendo la Liguria e in particolare Genova.
Anno dopo anno, nella nostra città, diminuisce la superfice coperta da vegetazione, diminuisce la capacità del terreno di assorbire acqua e contemporaneamente, a causa di questi fenomeni, si allarga e si intensifica l'isola di calore, la zona urbanizzata che è sempre più calda del territorio circostante, sia d'estate che d'inverno.
Un sensore meno sofisticato, ma più vicino al problema, sta registrando lo stesso fenomeno: il centralino telefonico di Italia Nostra, l'associazione che da 50 anni cerca di salvare il salvabile del nostro patrimonio culturale ed ambientale.
È un fatto che, da alcuni anni Italia Nostra riceve sempre più frequenti richieste di aiuto da parte di tanti cittadini che letteralmente vedono sparire, sotto i propri gli occhi, alberi, prati, giardini, componenti del paesaggio che da sempre potevano godere dalle loro case.
Il devastante fenomeno non ha confini; telefonate allarmate arrivano da Sori e Nervi come da Pegli e Sestri e nulla e nessuno viene risparmiato. Seghe e ruspe operano senza sosta nei giardini di scuole pubbliche e private, nei parchi di antiche ville, nelle fasce di ulivi, nelle piazze alberate, in qualunque spazio rimasto libero dalle antiche e recenti speculazioni edilizie, comprese le fasce di rispetto a giardino che gli urbanisti della fine dell'ottocento avevano saggiamente previsto tra un edificio e l'altro.
C'è persino chi scava nei fondi di antichi palazzi del centro antico, proprio in quei palazzi dei Rolli, diventati giorni or sono, patrimonio dell'umanità; palazzi che, anche nei tempi d'oro della Repubblica, a causa delle strade strette era possibile raggiungere solo in portantina, per chi poteva permettersela.
È una frenesia catacombale che coinvolge pubblico e privato e che ha un unico scopo: mettere sotto terra le centinaia di migliaia di autovetture che le tante «mamme FIAT», in tutti questi anni, ci hanno fatto comprare, facendoci sognare spazi liberi e solitari, goduti nell'ebbrezza della velocità.
La scusa è che bisogna pur liberare le strade dalle macchine in sosta. La verità è un'altra.
Investire nel mattone, nei box interrati, è l'ultima possibilità che resta, per una città che da sempre ignora il rischio d'impresa e l'innovazione, per far rendere qualche cosa ai danari guadagnati spesso onestamente, ma altrettanto spesso guadagnati anche evadendo Iva, Tasse, contributi.
E che la speculazione edilizia sia la vera ragione della strage di piante «innocenti» in atto in città lo dimostra una semplice considerazione: quale persona di buon senso sarebbe disposta a pagare il contenitore (il box) di un oggetto (l'auto), cinque-sei volte di più del valore dell'oggetto da custodire?
Tra pochi mesi Genova avrà un nuovo Sindaco. Ci auguriamo che sia una persona con il coraggio di fare scelte innovative e partecipate, nell'interesse dell'intera comunità.
Ci piacerebbe che nel suo programma, per porre un freno all'attuale scempio del nostro territorio, ci fossero «grandi opere» alternative, da sempre richiesti da comitati e associazioni per la tutela dell'ambienta e da sempre snobbate dai nostri amministratori: tutela, manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i parchi storici e loro inserimento nei percorsi turistici della città; priorità al trasporto collettivo su ferro, compresi ascensori e cremagliere; estensione delle corsie riservate; uso metropolitano della attuale linea ferrata, da ponente a levante; realizzazione di veri parcheggi d'interscambio agli ingressi della città.
E per diminuire l'uso obbligatorio delle autovetture ed incentivare la loro definitiva dismissione, ci piacerebbe che il nuovo Sindaco mettesse in cantiere questi altri progetti: promozione del noleggio di automezzi (car sharing), visto che una macchina in affitto libera dieci posti auto; sviluppo del telelavoro, a cominciare dagli uffici pubblici, per ridurre il pendolarismo; creazione di Centri Commerciali di Via nel maggior numero possibile di quartieri, per riportare i negozi sotto casa, a portata di pedone, giovane e anziano; riattivazione degli antichi percorsi pedonali; realizzazione di nuovi parchi e giardini di quartiere, compresi campetti per il libero gioco alla palla e la libera corsa dei cani.
Se qualcuno dei prossimi candidati a Sindaco condivide almeno una di queste proposte per favore batta un colpo.
Presidente Italia Nostra
Sezione di Genova
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