Il supervirus manda in tilt la polizia

Sono stati mantenuti solo i servizi essenziali, come quello dell’ufficio denunce, ma tutto il resto del lavoro è ridotto al 20 per cento. Insomma: in questura, da una decina di giorni, sono disperati. Tutto questo a causa di un virus di nome «Conficker». Che - dopo aver seminato il panico negli Usa, nell’Aeronautica francese e nel network della Camera dei Comuni del Parlamento inglese (Microsoft ha messo una taglia di 250mila dollari per chi riuscisse a trovare l’autore della nuova «peste» informatica) - adesso ha colpito anche il server della nostra questura. All’ufficio immigrazione, infatti, sono costretti a mandar via gli stranieri perché non possono fare le pratiche per i permessi di soggiorno; la squadra mobile non può redigere alcun atto e alcun verbale, anche l’ufficio di gabinetto non riesce a emettere le ordinanze. E a nulla finora sembra servire il lavoro dei tecnici informatici delle telecomunicazioni relegati nel bunker dove si trova, appunto, il server della polizia milanese.


Il punto di forza del virus? La sua diffusione tra i computer non aggiornati, raggiunti magari da una chiavetta usb infetta oppure direttamente su internet. Si sussurra, infatti, che gli antivirus del Dipartimento di pubblica sicurezza a cui fanno capo le questure siano scaduti di validità e non rinnovati per mancanza di fondi.

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