Il Belgio che non ti aspetti. Quello cioè ben lontano dagli stereotipi dellimmaginario collettivo che associa la capitale Bruxelles alla grande politica internazionale e ai mercati finanziari, e la vicina Liegi alla più dura emigrazione italiana del Dopoguerra, con destinazione le miniere di carbone della Vallonia. Proprio Liegi, invece, sta oggi incarnando il volto nuovo di un Paese che, da sempre attento alle politiche sociali, ha deciso di investire nella cultura. A cominciare dalla nuova scenografica stazione ferroviaria progettata dallarchitetto catalano Santiago Calatrava e ormai quasi del tutto ultimata. Dallarchitettura si passa allarte. Nei giorni scorsi, la città che diede i natali a Georges Simenon ha inaugurato il palazzo del Grand Curtius, ambizioso complesso museale che raggruppa le collezioni di quattro musei della città e ora anche uno spazio espositivo dedicato allarte moderna e contemporanea. La prima mostra ha celebrato lopera del surrealista belga Paul Delvaux con una grande antologica che ne ripercorre la poetica a partire dai paesaggi industriali fino alla folgorazione metafisica avvenuta dopo lincontro con larte di Giorgio De Chirico e di Renè Magritte. La sua pittura, inizialmente di impronta espressionista, virò totalmente verso un surrealismo intimo e originale, dove i temi ricorrenti come le stazioni ferroviarie e soprattutto i nudi femminili acquisiscono unaura quasi classicheggiante. A Bruxelles, invece, la tarda primavera propone due appuntamenti culturali di livello internazionale. Il due giugno apriranno i battenti latteso Museo Magritte e quello dedicato a Hergè, il padre del fumetto Tin Tin. Questultimo rappresenta levento clou dellAnno del fumetto, che in Belgio rappresenta una forma darte particolarmente seguita dal pubblico dei lettori. Tra le creazioni più note al mondo, a oltre Tin Tin, ricordiamo anche i Puffi disegnati da Peyo.
La capitale, che vanta un centro storico di straordinaria bellezza culminante nellineguagliabile Gran Place, offre agli amanti dellarte numerose chicche da non perdere. Tra queste, la casa-museo dellarchitetto Victor Horta, precursore dell'Art Nouveau, che progettò a Bruxelles numerosi edifici destinati a destare scalpore, come la Casa Tassel e la Casa Solvay.
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