Giudizi al veleno sull'attuale primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, guida del Likud - additato come un «corrotto», un «mentitore» e un leader da «incubo» - sono spuntati da alcune vecchie lettere della vedova del defunto premier laburista Yitzhak Rabin. Le missive sono state svelate al pubblico dal giornale Haaretz nell'imminenza del 14/esimo anniversario della morte di Rabin, leggendario eroe di guerra israeliano e poi premio Nobel per la pace assassinato a Tel Aviv nel novembre 1995 da un giovane terrorista dell'ultradestra ebraica al culmine di una campagna di proteste contro di lui e contro gli accordi di pace di Oslo.
Si tratta di scritti risalenti al 1998-'99, all'epoca del primo governo Netanyahu, e indirizzati da Leah Rabin ad amici di famiglia. Scritti nei quali la donna non cela il risentimento verso il leader del Likud e non risparmia considerazioni impietose. «Io spero e prego - annota ad esempio in una lettera datata novembre 1998 - che il governo (di Netanyahu) abbia i giorni contati».
«Benyamin Netanyahu - si sfoga la vedova Rabin - è un individuo corrotto, un rissoso mentitore che rovina tutto quanto c'è di buono nella nostra società».
«Tutti noi - rincara la dose più tardi, in uno scritto del marzo 1999 - vogliamo che l'incubo finisca, che questa mostruosità chiamata Netanyahu vada a farsi benedire».
Parole - sottolinea Haaretz - che si accompagnano al rimpianto per la traumatica fine dell'esperienza politica di suo marito: cui Leah rivendica come un merito l'opposizione maturata verso le colonie israeliane nei Territori palestinesi e la volontà di abbandonare definitivamente la Cisgiordania.
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