«K19». Anche il titolo dell’opera era stato scelto con cura, stringato ed essenziale come lo erano quelli originali delle opere del pittore russo Wassily Kandinsky. Ma è il quadro che, seppur falso, rappresenta una stupenda realizzazione. Talmente perfetta ed aderente ai quadri originali da ingannare studiosi ed esperti: quelli del Beaubourg di Parigi ci hanno messo tre mesi ad accorgersi che era una crosta.
Sono stati loro ad aiutare i carabinieri del Comando tutela e patrimonio culturale, nucleo di Monza, a sventare una truffa da tre milioni di euro (e a denunciare per contraffazione e truffa otto persone, di cui tre italiani) ai danni di un ricco imprenditore che stava per acquistare l’opera. Consigliata da alcuni galleristi e da un intermediario d’arte di Parigi l’opera, partita da Israele dov’era stato realizzata da un’artista russo, aveva girato a lungo per il mondo ed era giunta nel 2008 in Europa tramite un collezionista. Nel 2009 era stata esposta al museo Tretyakov di Mosca, con tanto di documentazione galleristica e di transito (naturalmente anch’esse false); nel 2010 era stata esposta in una galleria tedesca, proposta da un intermediario italiano che opera in Francia e alla fine dello scorso anno era arrivata a Milano. «L’imprenditore ci ha chiamato per mero scrupolo - spiega Andrea Ilari, che comanda il Nucleo di Monza -. E così sui è scoperto che l’opera era falsa. Altrimenti l’avrebbe sicuramente acquistata»
Tuttavia secondo i carabinieri anche i ladri di opere d’arte sentono la crisi. E se a Milano e in Lombardia calano domanda e offerta e le bande specializzate in assalti a magioni private si sciolgono, i tempi duri si rivelano più propizi a ricettatori singoli esperti in colpi mordi e fuggi, soprattutto quelli messi a segno in chiese vuote dove anche i parroci sono sempre meno. Oltre il 56 per cento delle opere rubate nel 2010 è stato infatti sottratto in luoghi sacri, fenomeno che ha spinto molte Diocesi a correre ai ripari con catalogazioni di riferimento.
Si ruba, insomma, quello che è più semplice portare via come hanno spiegato ieri i militari del Comando tutela patrimonio culturale nel loro bilancio annuale regionale. Insieme a loro Caterina Bon Valsassina che guida la Direzione regionale per i beni culturali della Lombardia per il Ministero e che da sempre collabora con l’Arma soprattutto in materia di recupero delle opere e di riconoscimento di quelle contraffatte o falsificate.
In Lombardia la provincia di Milano risulta essere quella più colpita, seguono Bergamo, Cremona e Pavia. I beni trafugati sono stati 859 in tutto il 2010: in calo rispetto al 2009 quando sparirono 1.112 opere d’arte. E nonostante Per quanto il numero di beni sottratti risulti diminuito, è aumentato il numero di furti denunciati.
I militari lombardi nel 2010 hanno recuperato beni rubati per un totale di 5,9 milioni di euro e hanno sequestrato opere d’arte contraffatte per un totale di 10,5 milioni.
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