Tabacci: «I giochi erano già fatti per questo non mi hanno eletto»

Il capolista: «La mia candidatura è nata un giorno prima della presentazione della lista» Salvatore: «Conosco i miei elettori a uno a uno»

Come ad ogni elezione che si rispetti ci sono eletti e bocciati. L’esclusione più clamorosa delle amministrative 2006 è quella di una star nazionale come Bruno Tabacci dell’Udc: 1.235 preferenze non gli bastano per entrare a Palazzo Marino. Risultato che invece conquista Pasquale Salvatore con 1.358 preferenze.
Domandine di circostanza: che è successo? come mai l’ex presidente della Regione Lombardia, politico spiccio e svelto non ce l’ha fatta? «La mia candidatura è nata un giorno prima della presentazione ufficiale della lista, quando Pier Ferdinando Casini mi ha telefonato chiedendomi di rappresentare l’Udc a Milano» risponde Tabacci. Il suo competitor diretto, Pasquale Salvatore, replica invece che lui conosce la città: «Mi hanno premiato cinque anni da segretario cittadino in cui ho messo a frutto un intenso lavoro di presenza nel territorio e di radicamento nei rapporti. Conosco tutti i miei milletrecento e passa elettori, uno per uno». Come dire: «Il voto d’opinione che come Udc ci aspettavamo dai milanesi non è scattato. Evidentemente Tabacci, a cui è stato chiesto di fare il capolista, ha fatto la sua campagna elettorale legittimamente, ma non ha fatto breccia il solo voto d’opinione che un leader politico può muovere».
Spiegazione comunque insufficiente perché Tabacci è un amministratore navigato, la politica ha cominciato a praticarla alla scuola di Giovanni Marcora, il fondatore della corrente di Base: da sindaco di Quistello nel Mantovano al consiglio comunale di Mantova, poi alla segreteria regionale del Biancofiore e nel 1987 il balzo al Pirellone e, dopo due anni, in Parlamento. Curriculum di tutto rispetto, di un veterano della carriera politica con una solida preparazione economica accompagnata dal carattere di manager che lo fa buttare nelle competizioni con vecchia e sana grinta.
Dunque, allora, come mai Tabacci raccoglie appena 1.235 preferenze? Non resta che una chiave di lettura: i rapporti interni dell’Udc meneghino ovvero i voti copiosi e pesanti dell’assessore Gianni Verga - cui il partito ha negato uno scranno alla Camera preferendogli proprio Tabacci - che sono sicuramente andati a Pasquale Salvatore.

E Tabacci conferma: «Era chiaro, quando mi hanno chiesto di candidarmi, che i giochi di partito erano fatti e che le preferenze sarebbero andate in un certo modo. Se fossi stato eletto avrei sicuramente fatto il consigliere, ma garantisco che ho già parecchio da fare anche così».

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