Tabacci seppellisce il Pd e manda Pisapia a Roma

Bruno Tabacci suona la campana a morto ai partiti. All’analisi sul voto dell’assessore al Bilancio che vorrebbe tornare a governare la Lombardia come 25 anni fa («io candidato? Non mi dispiacerebbe») non sopravvive nessuno. «Sconfitta del Pdl» e «riduzione rilevante della Lega» spiega in un’intervista ieri a Repubblica, non deve cantare vittoria neanche il Pd visto che per Tabacci il primo partito di maggioranza a Palazzo Marino «registra una tenuta, ma solo come minore perdita rispetto al crollo di Lega e Pdl». Il terzo polo? «Deludente» per l’onorevole dell’Api. Il successo dei grillini e l’astensionismo «dimostrano che i partiti oggi in campo generano astensione». E incorona il sindaco Pisapia come il leader di un nuovo movimento, l’onda arancione che in campagna elettorale ha pescato supporter nella società civile e ora dovrebbe travolgere la Regione e l’Italia. Sulla prima (evidentemente) ha già posto una prelazione, per il sindaco tra le righe immagina un futuro da premier, anche se «non è necessario candidarsi» ma «dovrebbe fare un’operazione di respiro nazionale».
Pisapia ieri prima ha chiarito (anche all’assessore) che «per il mio futuro ho sempre deciso da solo». Poi senza confermare né smentire ha definito la sua giunta «un modello» e « punto di riferimento in tutta Italia per il modo di fare politica» tant’è che «io e persone che hanno vissuto l’esperienza elettorale e di governo a Milano continuiamo a ricevere inviti da candidati di tutto il Paese per essere presenti alla campagna elettorale, adesso per l ballottaggi». E «il modo migliore per dare un segnale di buona politica anche al Paese è dimostrare che si governa bene». Rispedisce al mittente le accuse di finta partecipazione e appiattimento sui partitit lanciate dal consigliere grillino Mattia Calise: «Mi dispiace - ribatte - ma probabilmente gli è sfuggita una parola che non pensava, sa benissimo che ascolto tutti ma prendo le decisioni autonomamente dai partiti» e «siamo trasparenti, anzi apprezzo la sua volontà di aumentare questo aspetto e la partecipazione, insieme potremo fare tanto. Chiaramente deve collaborare e non essere sempre conto». Le parole di Tabacci fanno infuriare il Pd.

Il segretario provinciale Roberto Cornelli difende «la buona salute del Pd, l’esito del voto dimostra che è indispensabile per il governo di tanti Comuni e per l’innovazione della politica» e «sbaglia chi cerca di nascondere il nostro assoluto protagonismo ora e un anno fa a Milano approfittando del buon risultato dei grillini». Scaramucce tra alleati?

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