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«Siamo disponibili a primarie di coalizione per scegliere il candidato al Pirellone» dice Maurizio Martina, segretario regionale del Pd, confermato a grande maggioranza dalle primarie di domenica scorsa. L’apertura all’esterno è un chiaro segnale di quanto il Pd ritenga la sfida a Roberto Formigoni come un’impresa impossibile, tanto più adesso che la vittoria di Pierluigi Bersani spalanca le porte (in uscita) ai delusi della Margherita, i cattolici che non si trovano a proprio agio nel partito sempre più socialdemocratico e si avvicinano a grandi passi all’Udc.
Maurizio Martina rischia di essere l’agnello sacrificale scelto per combattere la battaglia persa in partenza per il Pirellone. Filippo Penati annuncia di voler tornare sul territorio ma quasi certamente come capolista in consiglio regionale: un ruolo che gli permetterebbe di proporsi come traino senza andare incontro a una sconfitta nel confronto diretto con Roberto Formigoni, che recenti sondaggi hanno confermato come praticamente imbattibile.
E così ecco l’appello di Maurizia Martina ad alleati (e aspiranti alleati) a scendere in campo per salvare le sorti del Pd. «Nei prossimi giorni inizieremo a confrontarci con le altre forze disponibili a essere un’alternativa per chi ha governato la Regione per quindici anni. L’Udc ha mostrato una posizione autonoma rispetto al blocco di potere Lega-Pdl» ammicca Martina.
Le speranze principali sono indirizzate verso i centristi, che fanno di tutto per alimentarle. «La rinnovata collocazione a sinistra del Pd aiuterà anche noi a conoscere quali potranno essere i termini di confronti e di dialogo» fa sapere Luigi Baruffi, segretario regionale dell’Udc lombarda. Segnali di fumo di fronte ai movimenti di quel che resta dei cattolici del Pd.
Francesco Rutelli ha scelto proprio Milano come luogo in cui annuncerà il destino dei cosiddetti teodem: al Teatro Parenti, dove è atteso stamattina per la presentazione del suo libro «La svolta», commenterà il risultato delle primarie insieme con Lorenzo Dellai, il presidente della provincia di Trento che ha lasciato il Pd nel 2008 per una Margherita autonoma.
Rutelli è pronto a andare, il gioco è capire in quanti sono disponibili a seguirlo. Suo fedelissimo in terra milanese è l’ex vicepresidente della Provincia, Alberto Mattioli. Alcuni, guidati da Battista Bonfanti (ex coordinatore regionale della Margherita) hanno già abbandonato il Pd. Altri potrebbero accodarsi.
La sinistra sa bene che, a meno di imposizioni dall’alto, l’alleanza naturale dei cattolici è con l’attuale presidente della Regione, Roberto Formigoni. Lo spiega senza giri di parole anche il centrista in avvicinamento all’Udc, Battista Bonfanti: «Lavoriamo con Pezzotta e Tabacci per raccogliere l’elettorato che fatica a riconoscersi nella Lega e nella sinistra. Se Formigoni si svincola dalla sudditanza con la Lega, siamo disponibili a sostenerlo».
A metà novembre si riuniranno gli Stati generali dell’Udc in Lombardia e l’ala sinistra del partito di Casini (da Pierluigi Mantini a Enrico Marcora) scalpita per correre in solitudine o addirittura allearsi con il centrosinistra.

Ma è chiaro che decisioni del genere, che in Regione e in Comune altererebbero un equilibrio consolidato di governo Pdl Udc Lega, potrebbero essere prese solo a livello nazionale. E con Roberto Formigoni candidato, un’operazione laboratorio nazionale in Lombardia diventa assai improbabile.

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