Talebani all’assalto del consolato americano

Peshawar In Pakistan i talebani tornano a spargere sangue e puntano in alto attaccando un bersaglio-simbolo del loro principale nemico: gli Stati Uniti. Terroristi islamici hanno attaccato con armi da fuoco e un’autobomba il consolato americano a Peshawar, alcune ore dopo che un kamikaze aveva provocato la morte di 38 persone nel nord ovest.
Il portavoce dei talebani pakistani ha rivendicato la responsabilità dall’attacco al consolato, in cui sono morte sette persone, compresi quattro terroristi. All’interno della missione degli Stati Uniti sono invece rimasti tutti illesi. L’attacco è stato condotto da un commando formato da una quindicina di persone, tra cui due kamikaze che si sono fatti esplodere all’ingresso della rappresentanza diplomatica Usa. Le sette persone uccise sono quattro attentatori, due guardie della sicurezza di nazionalità pachistana e un civile. Nessun americano è rimasto ferito, ma non si sa se il consolato abbia riportato danni.
«Gli americani sono i nostri nemici. Abbiamo realizzato l’attacco al loro consolato a Peshawar. Ne abbiamo in programma molti altri», ha detto al telefono il portavoce talebano Azam Tariq. La Casa Bianca ha condannato con forza l’attacco e lo stesso ha fatto la Francia.
I nuovi agguati evidenziano il pericolo rappresentato dai terroristi islamici in Pakistan, dopo un anno di offensiva militare per smantellare le roccheforti talebane. «Ho visto gli aggressori in due veicoli - ha detto un abitante di Peshawar -. Alcuni avevano con sé dei lanciagranate. Prima hanno aperto il fuoco contro il personale della sicurezza della postazione vicino al consolato e poi ci sono state delle esplosioni». Un funzionario dell’intelligence pakistana ha descritto l’agguato come un attentato suicida ben pianificato, ma l’ambasciata Usa sostiene che gli attacchi di ieri riflettono la disperazione dei militanti. Il capo della polizia a Peshawar - che è la «porta d’ingresso» in Afghanistan ed è stata colpita da una serie di attentati l’anno scorso - Liaqat Ali ha spiegato che i militanti prima hanno attaccato un posto di blocco vicino al consolato, poi hanno messo una bomba al suo cancello.
Ma quello di Peshawar non è stato l’unico attentato di ieri in Pakistan, e neppure il più sanguinoso. Un attentatore suicida si è fatto esplodere nel Pakistan nordoccidentale nel corso della riunione di un partito politico nazionalista di etnia pashtun, uccidendo 38 persone, secondo fonti ospedaliere.


La polizia dice che l’attentatore ha cercato di entrare nella sala dove si svolgeva la riunione del Partito nazionale Awami (Anp) che guida una coalizione di governo nella Provincia della Frontiera di Nord ovest, ma è stato fermato e si è fatto esplodere provocando comunque una carneficina.

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