Cronache

Talk show su Fabrizio De André

Un vero e proprio talk show, di quelli che si vedono in televisione, con tanto di presentatori, arditi intervistatori e illustri ospiti; se poi aggiungiamo che il tema dell'incontro è Fabrizio De André, allora non stupisce il fatto che il tocco di classe siano esecuzioni dal vivo, letture musicali appassionate di quei testi che tutti, genovesi e non, abbiamo nel cuore.
«Fabrizio tra musica e poesia», in programma domani alle 17 (ingresso libero) a Casa Paganini, è un laboratorio musicale ideato da Roberto Iovino e realizzato dagli studenti di Scienze della Formazione, con la collaborazione del Conservatorio, del Master «Teoria dell'Immagine e produzione televisiva» del Di.S.S.P.E. e di vari artisti e docenti che hanno accettato di farsi intervistare e portato il proprio personale contributo a questo interessante lavoro.
Lo stesso Iovino illustra il percorso svolto: «Lo spettacolo che viene qui proposto nasce con uno scopo didattico, da un laboratorio universitario costruito con l'intento di "mettere alla prova" gli studenti impiegandoli nella realizzazione di testi, o nell'elaborazione di interviste o, ancora, nell'esecuzione di pagine musicali. E davvero, mi preme sottolineare, ancora, l'intento pedagogico che, al di là dell'accoglienza che potrà ottenere il nostro "spettacolo", ha avuto certamente un esito positivo».
Molti gli interventi "dall'esterno" , tutti personaggi di spicco della vita culturale genovese: Arnaldo Bagnasco, Don Antonio Balletto, Vittorio De Scalzi, Gino Paoli, Giampiero Reverberi, Renato Tortarolo; e poi le opinioni "in studio", con il Preside della Facoltà Pino Boero, con il direttore del Conservatorio Patrizia Conti e con i docenti Renza Cerri e Giovanni Ricci.

Un ricordo, un omaggio a chi ha raccontato una città, i suoi segreti anche più proibiti e i suoi sogni, a chi ha formato e incantato più di una generazione: parole e musica che hanno trasmesso valori che non possiamo far morire e tanto importanti, perché - con parole del Preside Boero - «quanta più memoria sapremo conservare e trasmettere, tanto più futuro renderemo disponibile a chi verrà dopo di noi».

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