«Talpe» all’Antimafia: il pm chiede otto anni per il governatore Cuffaro

da Roma

Otto anni di carcere per il governatore siciliano Totò Cuffaro accusato di avere favorito Cosa Nostra e aver diffuso notizie coperte dal segreto d’ufficio. 18 anni per «il favorito», l’imprenditore della sanità Michele Aiello, accusato di associazione mafiosa, e 9 anni per l’ex-maresciallo dei carabinieri dei Ros Giorgio Riolo, accusato di concorso in mafia. Sono queste le richieste di pena fatte dall’accusa per gli imputati principali del processo «Talpe Palermo» che vede ormai da tre anni il presidente della Regione Siciliana sul banco degli imputati. La richiesta dei pm chiude così la requisitoria ma non la polemica all’interno della Procura che ha visto sino a ieri i magistrati scontrarsi sul tipo di reato da imputare al capo del governo della Sicilia. Per l’accusa dell’attuale processo non può che essere di favoreggiamento all’associazione mafiosa, per altri, tra questi Alfredo Morvillo, che hanno voluto l’apertura di un secondo procedimento, si tratta invece di «concorso per mafia». Il contrasto è diventato ancora più evidente dopo le dichiarazioni del procuratore Morvillo che accusava i pm del processo Talpe Palermo di non rappresentare la linea di tutto l’ufficio, e per questo gli avvocati della difesa di Cuffaro hanno chiesto la remissione del procedimento ad un’altra sede. Ma il Tribunale, presieduto da Vittorio Alcamo, ha deciso di continuare l’iter processuale e inviare la richiesta alla Cassazione.


Solidarietà immediata a Cuffaro non soltanto dal suo partito, in particolare da Pierferdinando Casini, ma anche da Silvio Berlusconi che in una nota scrive: «La stima che nutro nei suoi confronti mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo».

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