Tam tam anarchico in rete contro la Fiera di Torino «Sarà guerra ad Israele»

Sui siti Indymedia gli estremisti annunciano azioni shock. La polizia teme gesti isolati

Luca Rocca

L’Antiterrorismo, è inutile nasconderlo, qualche preoccupazione ce l’ha. L’ultimo monitoraggio sulle sigle antagoniste e antimperialiste che via internet e via radio si stanno mobilitando per boicottare la Fiera del libro di Torino «dedicata» a Israele, dà segnali poco rassicuranti. I primi sono arrivati già da qualche giorno su Indymedia. «Israele terrorizza i civili con i raid aerei». «Boicotta e contesta la fiera dedicata a Israele», si legge in quello che rimane nel sito della sinistra antagonista. L’allarme è alto. Sono previsti: quattro gruppi anarchici sospettati dei disordini a Genova e Napoli nel 2001; i reduci del «Gramigna» di Padova (enclave delle nuove Br sotto processo a Milano); i centri sociali che hanno solidarizzato con i compagni dell’Aquila schieratisi a fianco dei cugini eversori veneti; le varie entità no global in sintonia con i compagni del «Sud Ribelle» recentemente assolti a Cosenza per le violenze del G8. I punti di raccordo locali per tutti sono il «Network Antagonista Torinese», l’«Askatasuna», il «Csoa Murazzi», il «Collettivo universitario autonomo», il «Collettivo studenti autorganizzati», il «Comitato di solidarietà con il popolo palestinese». Più che scontri eclatanti, si temono azioni isolate, incursioni mirate ad opera di «cani sciolti». In più l’Antiterrorismo fa notare come il clima si sia ulteriormente surriscaldato nel capoluogo piemontese a causa di un’incursione di elementi di estrema destra all’esterno della «sezione A.Gramsci» dei Carc, formazione già sott’inchiesta per associazione sovversiva. I punti di ritrovo e di concentramento sono più d’uno per i contestatori che si sono affidati a pullman e treni, come quello organizzato dal «Coordinamento no guerra» in partenza dalla stazione centrale di Milano. Digos e Anticrimine dei carabinieri aggiornano di ora in ora una situazione che si qui ha visto bandiere con la stella di David bruciare insieme a quelle americane. Per non dire poi dei convegni sulla presunta «pulizia etnica» ai danni della Palestina con la partecipazione del discusso intellettuale islamico Tariq Ramadan. A completare il puzzle, e a preoccupare gli addetti ai lavori, l’arrivo lunedì 12 maggio di Beppe Grillo. L’invito alla manifestazione inaugurata giovedì prossimo dal presidente della Repubblica, bersaglio eccellente preso di mira proprio a Torino dal comico genovese nel suo ultimo «Vaffa day», è stato accompagnato da una raccomandazione: «Ben venga Grillo, purché lanci un appello alla lettura e non tenga un comizio». Tornando alla Fiera del libro e alla decisione di ospitare Israele nel suo sessantesimo anniversario della nascita, l’idea di disturbare l’evento è stata caldeggiata dall’anima più radicale della sinistra antagonista. Indymedia e il centro sociale Askatasuna, ha invitato i alla mobilitazione. Come ai vecchi tempi.

Nonostante i divieti disposti dal questore, gli speaker del sito invitano a piantonare gli ingressi del Centro Fiere e a concedere il bis del primo maggio quando alcuni esponenti di «Free Palestine» hanno prima contestato Fausto Bertinotti per la sua partecipazione alla Fiera, poi hanno fatto un falò con le bandiere israeliane e americane. Concederanno il bis?

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