Tanta qualità: "Enea" meritava più attenzione

C'è un regista nuovo nel nostro panorama nazionale e, vista l'età, con tutto un futuro davanti a sé

Tanta qualità: "Enea" meritava più attenzione
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Ottant'anni e non li dimostra, si potrebbe dire di questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un buon livello dei film in concorso, un verdetto che, se si va a guardare le classifiche stilate quotidianamente dalla stampa, ne rispecchia perfettamente le preferenze, il che vuol dire una sintonia significativa fra la giuria e i critici, un'organizzazione migliorata rispetto agli impacci degli anni precedenti, anche se il sistema on line delle prenotazioni continua a riservare cattive sorprese e a far rimpiangere le vecchie file d'una volta... È mancato, ma non per sua colpa, l'aspetto glamour, causa lo sciopero hollywoodiano contro l'ingerenza negli studiosi della cosiddetta Intelligenza Artificiale, ma la qualità di ciò che è comunque arrivato da oltreoceano l'ha in qualche modo compensato.

Per venire all'Italia, ha fatto la sua figura, perché un Leone d'argento per la miglior regia al film di Matteo Garrone, Io capitano, è un riconoscimento importante, a cui si aggiunge anche la Coppa Mastroianni per il miglior attore giovane, Seydou Sarr. Avevamo in concorso sei film, cosa che non accadeva da almeno quarant'anni, ma non si può parlare di mostra autarchica, visto che nelle varie sezioni c'è stato spazio per un totale di cinquantaquattro Paesi.

Dispiace che il giovane Pietro Castellitto non abbia ricevuto per il suo Enea alcun riconoscimento. Dispiace perché rispetto alla nostra cinematografia in generale e nello specifico a quella presente qui in laguna la sua ci è sembrata contrassegnata da un'originalità e da una freschezza non comuni. C'è insomma un regista nuovo nel nostro panorama nazionale e, vista l'età, con tutto un futuro davanti a sé.

Che altro? Al di là dei giudizi severi sull'ultimo film di Roman Polanski e di quelli positivi sul film di Woody Allen, la loro presenza è stata per la mostra guidata da Alberto Barbera un motivo di orgoglio e un segno di indipendenza da ogni condizionamento esterno, il che di questi tempi non è così scontato.

Fermiamoci un momento proprio su Barbera. Ha ancora un anno davanti a sé come direttore artistico, ma gli va comunque dato atto di aver fatto, con la sua gestione, una mostra più competitiva e più interessante rispetto alla sua rivale Cannes.

Se si dovesse avanzare una critica, questa riguarderebbe non la Mostra in sé, ma tutto ciò che dovrebbe ruotare intorno a manifestazioni del genere e che, purtroppo, continua a mancare:

strutture alberghiere, facilità negli spostamenti, una ristorazione degna di questo nome... Il Lido continua a vivere il Festival come un fastidio più che come un'occasione, ma questa, come diceva quel tale, è un'altra storia...

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