Un mare di fango, appiccicoso e maleodorante. È la poltiglia che inghiotte le scarpe di chi, in queste ore, sta ripulendo larea occupata dagli abusivi e andata in fiamme in via Triboniano. Incendio che non ha provocato né vittime né feriti e che, osserva don Virginio Colmegna, è il risultato di «una situazione complessa, che non è mai stata governata e che è stata abbandonata a se stessa per molti anni». Valutazione di chi reclama «piccoli campi». Dove? «In via Triboniano».
Idea, «necessità di creare nuclei più piccoli, più gestibili e con facilità di accesso ai servizi sociali» aggiunge Letizia Moratti, che il Comune di Milano sta già attuando al civico 110 di via Triboniano. Progetto ereditato dallamministrazione Moratti da quella Albertini, che per la «normalizzazione» di Triboniano ha suddiviso larea a ridosso del cimitero Maggiore in piccoli mini-campi ognuno da settanta, ottanta persone. Per ragioni organizzative, ricordano dagli uffici di Palazzo Marino, si è tagliata larea in tre fasce da sgomberare, risanare e rimettere in ordine separatamente luna dalle altre.
La ristrutturazione radicale della polveriera oggi occupata da almeno mille persone, dove la situazione igienico-sanitaria è al collasso, prevede - fascia dopo fascia - la bonifica del terreno, la ridistribuzione dello spazio interno ridisegnando le piazzole e la realizzazione di un efficace sistema antincendio seguito dallassegnazione a ogni famiglia di un container prefabbricato. Alla fine dei lavori il nuovo campo ospiterà poco più di quattrocento persone.
La gestione dei mini-campi, secondo le indicazioni, dovrebbe essere affidata ad un ente «scelto con gara pubblica» capace, dicono da Palazzo Marino, di garantire accoglienza e rigore. Ma il progetto nella Milano che garantisce un futuro «a chi chiede e offre il rispetto delle regole» si completa pure con un percorso personalizzato di formazione e di lavoro. Già, il nuovo Triboniano - che costa qualcosa come due milioni di euro, di cui lottanta per cento grazie a un co-finanziamento chiesto alla Regione Lombardia - vuole essere un centro sperimentale per lintegrazione sociale.
Come dire: chiusa la pratica dellurgenza - quella che nella contabilità dellemergenza tratta obbligatoriamente le persone come numeri - rispuntano le persone, con tanto di diritti e di doveri.
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