Rafforzamento patrimoniale, nuova governance, ritorno allequilibrio economico e, soprattutto, una focalizzazione sul private banking con un nuovo paradigma capace di superare i vincoli del settore del Private Banking. Sono questi i principali punti del piano industriale 2010-2012 di Banca Profilo. «La prima fase della ristrutturazione, realizzata nel corso degli ultimi 4 mesi successivi allingresso di Sator nel capitale della banca e che ha riguardato la ridefinizione di governance e management, ci ha permesso di essere pronti per un nuovo corso. Abbiamo una base patrimoniale solida con efficienti controlli dei rischi e un team manageriale di comprovata esperienza e professionalità», ha dichiarato Matteo Arpe, presidente di Banca Profilo.
Alla base della fiducia che il cliente ripone nella banca cè la consapevolezza che il capitale dellistituto non sia impiegato per massimizzare il profitto ma per assicurare la massima solidità finanziaria, una qualità divenuta essenziale in questo contesto post crisi: «Un indicatore Tier 1 al 25%, tra i più alti a livello europeo, è fortemente voluto dal management per offrire le più ampie garanzie al cliente», sottolinea infatti Arpe.
Lobiettivo di Banca Profilo è quello di avviare un modello in grado di rappresentare per la clientela un riferimento operativo nel settore del Private banking in Italia e un brand sinonimo di indipendenza, credibilità ed eccellenza.
La sfida è quella di creare significative opportunità di crescita sfruttando la combinazione di elementi strutturali e congiunturali favorevoli: Banca Profilo si concentrerà sui servizi di consulenza specialistica e sulla gestione personalizzata del patrimonio complessivo della clientela. Si passerà da un modello di banca per la gestione della sola componente finanziaria (logica di prodotto) a un modello di banca per la gestione del patrimonio finanziario, aziendale, immobiliare e familiare (logica di servizio). Lobiettivo è pertanto di incrementare la redditività diversificando e stabilizzando le fonti di ricavo oltre a consolidare la relazione con il cliente.
Anche la figura del Private Banker viene ridefinita e resa funzionale al nuovo modello di business secondo una logica non più distributiva ma manageriale, dove il banker rimane il referente per la gestione del patrimonio del cliente essendo però in grado di rispondere a una pluralità di esigenze e bisogni del cliente, senza conflitto dinteressi e con il supporto di specialisti. Funzionali a questi obiettivi gli investimenti previsti sia in risorse umane che in informatica. Banca Profilo prevede, infatti, una selezione mirata per arrivare ad avere 63 Private Banker nel 2012 (dagli attuali 27), in modo da rafforzare i team e le filiali strategiche. Prevista anche unottimizzazione della presenza territoriale che valuti lapertura di nuove sedi in regioni o in grandi città attualmente non coperte: possibile un aumento fino a 12 filiali nel 2012. Si procederà, poi, con un sistema incentivante di tipo imprenditoriale con condivisione della redditività netta, basato sulle nuove policy indicate dalla Banca dItalia e a livello internazionale. In parallelo, nella prossima assemblea dei soci, sarà delineato anche il piano di stock option. In tutti i casi, saranno finanziati significativi investimenti in formazione e attuato un nuovo modello di valutazione delle performance e di sviluppo delle risorse umane. Sul fronte delle tecnologie e dei sistemi informativi sono stati già avviati progetti per linstallazione di un nuovo sistema di controllo di gestione con processi di monitoraggio strutturati, un nuovo sistema di Risk management per lArea Finanza, una piattaforma web-based per la consulenza alla clientela.
Il rilancio del brand e lo sviluppo, implementazione del nuovo modello di business, richiederanno investimenti sostenuti anche in comunicazione.
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