Il Tar anti-Gelmini assume altri settemila precari

RomaNuovo round sui precari tra i giudici amministrativi e il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
Il Tar del Lazio ordina a viale Trastevere di inserire nelle graduatorie provinciali altri 7mila insegnanti supplenti sulla base del punteggio ottenuto, cioè a «pettine» e non «in coda» com’era stato fatto. E condanna il ministero a pagare le spese, esattamente 65mila euro.
Ad aprile la Gelmini aveva firmato il provvedimento per l'aggiornamento delle graduatorie dei precari con una novità: nessun passaggio da una provincia all’altra per chi era già in graduatoria. La sola possibilità di essere inseriti, oltre che nella lista della propria provincia anche in quelle di altre tre, era di finire in fondo alla lista.
Erano partiti i ricorsi e a giugno scorso il Tar aveva sospeso questa parte del decreto ministeriale, dando un mese di tempo per provvedere.
All’inizio di ottobre aveva accolto il ricorso di un centinaio di docenti sempre sulla stessa linea, imponendo il commissariamento in caso di inadempienza.
Anche stavolta per eseguire la sentenza il ministero ha un mese. Altrimenti, interverrà un commissario già nominato, il dirigente generale della Funzione pubblica Luciano Cannerozzi de Grazia.
Proprio oggi i primi 300 precari della scuola saranno inseriti dal commissario ad acta nelle graduatorie delle province italiane, nel modo indicato dai giudici amministrativi: «Nella fascia d’appartenenza e con il punteggio acquisito e aggiornato». Ma ora ce ne sono altri 7mila che premono per entrare al più presto.
Il Tribunale amministrativo laziale finora ha dato ragione ai supplenti iscritti all’Anief (Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione ), che contestano la scelta fatta dalla Gelmini in primavera.
Solo che il ministro ha già fatto la sua contromossa per neutralizzare gli interventi dei giudici amministrativi: un emendamento al progetto di legge di conversione del decreto «salva precari» che, se sarà convertito entro il 24 novembre, annullerà le sentenze. In pratica, si ripristina il sistema della «coda» per il biennio 2009-2011, aprendo al «pettine» dal biennio successivo.
Ecco perché al ministero non sembrano affatto preoccupati, mentre l’Anief festeggia la vittoria ma teme molto. E minaccia un ricorso alla Corte costituzionale, organizzando per oggi uno sciopero dei docenti. «Speriamo che quest’ennesima pronuncia della giustizia amministrativa - dice il presidente Marcello Pacifico -, sia finalmente da stimolo per una corretta gestione delle graduatorie a esaurimento, nel rispetto delle più elementari regole del buonsenso, della nostra legislazione e della nostra Costituzione».
L’associazione difende la mobilità dei docenti e chiede di «stabilizzarli» tutti per assicurare la continuità didattica e di garantire ai precario gli stessi diritti del personale di ruolo, «come una direttiva del 1999 dell’Europa ci impone».

Pacifico ritiene «doveroso» assegnare un contratto a tempo indeterminato a quei 67mila docenti inserite nelle graduatorie, viste le 100mila cattedre date in supplenza ogni anno. Inoltre, chiede di non «precarizzarne la figura con l’istituzione dei contratti a tempo determinato» e di sbloccare i 4mila concorsi per ricercatore a tempo indeterminato promessi.

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