Il Tar: niente bagno del bar se non consumi

FirenzeIl Tar della Toscana manda in pensione un antico uso. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso della Fipe Toscana stabilendo che «l’uso del bagno all’interno dei pubblici esercizi è un servizio privato fornito ai clienti e non un servizio pubblico a disposizione di tutti i passanti».
«La sentenza non lascia dubbi», dice Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, commentando la sentenza del Tar a cui ha fatto ricorso proprio la Fipe regionale contro una deliberazione del Consiglio Comunale di Firenze che imponeva l’utilizzo del bagno anche ai non clienti degli esercizi pubblici. «Dispiace essere dovuti arrivare a un braccio di ferro con l’amministrazione - lamenta Stoppani - coinvolgendo anche le aule di tribunale, ma in questo caso non abbiamo potuto fare a meno di difenderci. Se tutti, invece, applicassero un po’ di sano buon senso si arriverebbe a risultati migliori, concordati e senza spendere soldi dei contribuenti. L’amministrazione non può scaricare sugli esercenti compiti che le spettano, come per esempio dotare le città di servizi igienici per il pubblico, come avviene in tutte le città d’Europa. E se è professionale per l’esercente consentire l’uso del bagno a una persona in evidente stato di necessità, sarebbe altrettanto delicato da parte dell’avventore avere l’accortezza di consumare qualcosa, magari proprio per riprendersi dallo stato di disagio.

Invece, purtroppo, l’uso dei servizi è diventato occasione di vandalismo e inciviltà».
Speriamo - conclude la Fipe - che limitare l’uso dei bagni agli avventori «consenta un più ordinato utilizzo di un servizio che comporta impegno e risorse». Il Comune di Firenze: niente ricorso contro la sentenza.

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