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Tarantini: "Presentavo le escort come amiche"

La deposizione al pm del principale indagato dell'inchiesta sulla sanità pugliese: "Ho sempre taciuto con il premier del fatto che pagavo le ragazze"

Tarantini: "Presentavo le escort come amiche"

Bari - Il verbale di interrogatorio dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, indagato per i tre filoni dell’inchiesta del pm Scelsi (donne, droga e corruzione), è relativo al faccia a faccia con il magistrato del 29 luglio scorso. Ma è fresco di trascrizione, ed è stato depositato solo lunedì scorso. Il documento pubblicato ieri dal Corriere della Sera (al centro di un giallo sulla fuga di notizie, poiché non era stato nemmeno acquisito dagli avvocati dell’imprenditore) è incentrato su giri di donne: ragazze che Tarantini racconta di aver portato alle feste del premier «spacciandole» per amiche anche quando si trattava di escort, e ragazze che lo stesso imprenditore faceva incontrare con l’allora vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo, del Pd. Con quest’ultimo, secondo quanto raccontato nel verbale, le donne si incontravano in un appartamento del centro di Bari affittato da un collaboratore dello stesso politico, che in cambio avrebbe presentato e raccomandato Tarantini al dirigente dell’Asl di Lecce per velocizzare le procedure di pagamento delle forniture di protesi.

Incontri sessuali «Gianpi» li avrebbe assicurati anche a un altro dirigente della Regione Puglia. Insomma, lo stesso imprenditore mette a verbale che «il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della pubblica amministrazione, perché ho pensato in questi anni che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società». Una ricetta segreta per far fiorire il suo business. Inoltre Tarantini ribadisce al pm di aver pagato anche l’ormai celebre cena elettorale organizzata dal Pd barese per Massimo D’Alema. Ne parla a proposito dell’ipotesi di dazioni di denaro all’ex vice di Vendola o al Pd, spiegando di «non aver elargito finanziamenti a Frisullo», ma di avergli messo a disposizione auto e autisti in diverse occasioni, fatto regali e «organizzato una cena elettorale in favore dell’onorevole D’Alema». Tornando al capitolo dei rapporti con il premier, Tarantini fa un dettagliato resoconto delle ragazze con cui cercava di ingraziarsi Berlusconi. «Le presentavo come mie amiche e tacevo che a volte le retribuivo», confessa a Scelsi. Parla di 18 party e trenta ragazze, ci sono donne di spettacolo note come Manuela Arcuri e Carolina Marconi, ragazze immagine come Barbara Montereale, una giovane avvocato, escort. A molte Tarantini dice di aver rimborsato le spese di viaggio e di soggiorno, solo ad alcune sostiene di aver dato fino a mille euro perché fossero disposte a prestazioni sessuali. Scopo della conoscenza con il premier, spiega al magistrato Tarantini, era conoscere Guido Bertolaso perché «volevo che Enrico Intini mio amico con il quale avevo stipulato un contratto di collaborazione potesse esporre allo stesso Bertolaso le competenze del suo gruppo industriale nella prospettiva di poter lavorare con la Protezione civile». Incontro che ci fu, ma che non ebbe seguito, spiega poi l’imprenditore. Quanto al rapporto con l’ex vice di Vendola in Regione, Frisullo, Tarantini mette a verbale il perché gli pagasse prestazioni sessuali con le escort: «Le attenzioni da me avute nei confronti di Frisullo mi hanno consentito di essere dallo stesso presentato al dottor Valente, direttore amministrativo della Asl di Lecce. Io avevo rappresentato a Frisullo le ragioni per le quali avevo interesse a conoscere il dottor Valente, vale a dire un’accelerazione dei pagamenti per le prestazioni effettuate dalle mie aziende e l’esecuzione di una delibera adottata in materia di acquisto di tavoli operatori. So che Frisullo ha rappresentato più volte le mie esigenze al dottor Valente (...

) i pagamenti sono avvenuti, anche se comunque in ritardo, altrettanto per la delibera».

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