La targa dell’auto incastra i rapinatori

Rapina con ostaggio alla filiale della Banca di Roma

Stefano Vladovich

Cappellini in testa e coltelli in mano, entrano in banca, sequestrano una giovane donna e scappano con il bottino in tasca. L’auto per la fuga? Una Smart appena acquistata da un amico. Ebbene sì: i malviventi che venerdì hanno seminato il terrore nell’agenzia della Banca di Roma in via Pollenza 69 a San Basilio, hanno effettuato il colpo servendosi dell’utilitaria del maggiore dei due, Andrea F., 19 anni ancora da compiere. Assieme a Valerio C., 18 anni, Andrea ha pensato bene di entrare all’interno dell’istituto di credito usando il vecchio sistema del taglierino nascosto sotto il giubbotto. Espediente che ha permesso loro di eludere i controlli dei metal detector. Una volta dentro scatta il piano, semplice ed efficace. «Si sono fatti largo fra la gente in coda agli sportelli con le armi in pugno - racconta Rosario Vitarelli, dirigente del XIII commissariato - poi, per essere ancora più credibili, hanno afferrato una trentenne per le spalle e l’hanno trascinata davanti gli impiegati. Arraffati i soldi, 11mila euro, sono usciti in strada. Sempre con la giovane sequestrata, l’hanno rapita per coprirsi la fuga minacciandola di continuo».
Sono le 11,20 quando Andrea e Valerio, convinti di averla fatta franca, mollano l’ostaggio e, zig-zagando fra le auto in sosta, raggiungono la monovolume parcheggiata a 200 metri di distanza, direzione raccordo anulare. I rapinatori non si accorgono che a qualcuno non sono passati inosservati, soprattutto quando si sono sbarazzati di berretti e passamontagna. Sono arrivati già a Ostia, il primo nei casermoni popolari di via della Martinica, l’altro a piazza Gasparri, quando un anziano signore entra al commissariato San Basilio. L’uomo racconta di aver visto uno strano movimento attorno una macchina in seconda fila davanti un cassonetto e che, dopo qualche secondo, è schizzata via, a tutto gas, fuori città. «Quei due si guardavano in giro con aria sospetta» commenta il cittadino. Fra la meraviglia degli agenti che verbalizzano tutto, l’uomo tira fuori dalla giacca un foglio con il numero di targa. «Se volete controllare, ho segnato i dati di quella Smart». Una telefonata ai colleghi del Lido e scattano le ricerche. Il proprietario dell’auto, però, casca fra le nuvole quando i poliziotti gli chiedono cosa ci facesse poche ore prima a San Basilio, aggiungendo che la macchina non è più sua da mesi. «L’ho venduta a un conoscente. Il passaggio di proprietà? Per il momento abbiamo stilato una scrittura privata».

Su una foto dell’indagato che lo ritrae assieme a un bandito, il testimone riconosce il ragazzo che si sbarazzava del cappellino. Altre prove servono a poco: quando gli agenti del XIII sfondano la porta della sua abitazione, all’alba di ieri, il baby rapinatore dorme. Sotto il letto 4mila euro degli 11mila razziati in banca.

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