Targa a Pinelli, show di Rifondazione blocca il consiglio

Cartelli in aula, Forza Italia esce per protesta. Polemica tra Fo e Albertini

Targa a Pinelli, show di Rifondazione blocca il consiglio

Chiara Campo

Uno «show» di Rifondazione che blocca per oltre mezz’ora i lavori del consiglio comunale, il botta e risposta tra Dario Fo e il sindaco Albertini, le accuse dei Ds convinti che la Cdl voglia «alzare i toni della campagna elettorale». Non si fermano le polemiche sulla nuova targa in memoria dell’anarchico Giuseppe Pinelli che la giunta ha collocato sabato notte in piazza Fontana, sostituendo quella abusiva e la frase «ucciso innocente» con «innocente morto tragicamente». Un modo, ha ribadito anche ieri il sindaco, per togliere una «macchia» dal ricordo del commissario Luigi Calabresi che «non ha commesso quel reato». La coincidenza con gli incidenti dei centri sociali in corso Buenos Aires l’11 marzo e le elezioni, garantisce, «è casuale, doveva avvenire dopo la fine dei lavori nella piazza ma ci sono stati ritardi e il mio mandato sta per scadere». Certo, ammette, «io mi aspetto che venga distrutta e che ci sia qualcuno che dica che hanno fatto bene». «Il sindaco - tuona il premio Nobel Dario Fo - parla di ripristino della verità storica giudiziaria, ma quando uno dice una cosa così è una povera persona perché non ha mai letto i documenti e se li ha letti e fa un atto di questo genere è una persona a dir poco indegna». Non si fa attendere la replica di Albertini: «Suggerisco, anzi imploro Fo di partecipare con una sua lista alle prossime elezioni comunali perché quella parte di popolo che può seguirlo anche in queste affermazioni trovi un’espressione. Prenda i voti dei cittadini, e vada in consiglio anche per polemizzare con un’altra categoria di persone o area politica».
E l’aula ieri ha già dovuto assistere a uno show proprio di Rifondazione, che alle primarie dell’Unione sosteneva Fo contro Bruno Ferrante. I tre consiglieri del Prc hanno esposto sui loro banchi manifesti che riproducevano la vecchia targa. Il presidente del consiglio Vincenzo Giudice si è rifiutato di aprire la seduta «con carnevalate del genere», e ha sospeso la seduta per oltre mezz’ora, mentre Forza Italia per protesta ha lasciato l’aula finché i cartelli non sono stati rimossi. «I signori democratici di sinistra interrompono l’attività democratica degli altri colleghi che vorrebbero discutere in aula», commenta la consigliera di An Carla De Albertis. «Il sindaco agisce di notte come i rubagalline e poi non ha il coraggio di difendere le proprie azioni venendo a spiegarle in consiglio - afferma il capogruppo di Rifondazione Giovanni Occhi -. Giovedì saremo in piazza per rimettere la vecchia targa al suo posto, accanto a quella nuova». Il capogruppo Ds Emanuele Fiano sostiene che «è stata una decisione strumentale, presa per cinico calcolo elettorale e con l’intenzione di provocare scontri». Non è possibile, ribatte il capogruppo di Fi Manfredi Palmeri, «che la sinistra cerchi di dimostrare l’impossibile: prima non c’era una targa ufficiale per Pinelli e soprattutto nel testo c’era un’imprecisione storica e morale». «Respingere una provocazione» e «rispettare la storia» sono invece «i due motivi per essere in tanti giovedì prossimo a rimettere al suo posto la vecchia lapide, senza cascare nelle stupide trappole e lasciando intatta la controlapide del Comune», invita il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer. Per la consigliera di An Silvia Ferretto la correzione invece «rende finalmente giustizia».

È «sconcertante», per Maurizio Gasparri dell’esecutivo nazionale di An «leggere interviste dell’ex prefetto Ferrante che definisce un gesto irresponsabile la sana decisione del sindaco. L’anarchico non fu ucciso, e il candidato sindaco dell’Unione dovrebbe ringraziare Albertini».

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