«Tariffe libere per i commercialisti? A Genova esistono già»

«Tariffe libere per i commercialisti? A Genova esistono già»

«Liberalizzazioni? Per i commercialisti non è nulla di nuovo». Tullio Mazzolino, ex assessore e commercialista di lunga data, non ha dubbi: «il decreto sulle liberalizzazioni codifica di fatto una situazione esistente per quanto riguarda i commercialisti, almeno per Genova». La società di servizi creata da Mazzolino, infatti, già da anni ormai opera in un sistema di contrattazione con i clienti, e nell’ambito di una forte concorrenza.
Chi stabilisce le tariffe?
«Facciamo un preventivo e ne discutiamo con il cliente che può scegliere noi o altri, la concorrenza è forte».
Tra studi professionali vi fate concorrenza, o più o meno i prezzi sono uguali?
«Ci sono differenze, e non solo tra studi. Per quanto riguarda il discorso fiscale ci sono anche i Caf ad offrire prestazioni a basso costo quindi il discorso di tariffe libere per legge non ha senso, o comunque ci sono già».
Quindi il decreto non cambia niente...
«Eh no, invece qualcosa cambia. Ma non sulle tariffe ma sull’ingresso nella professione che rischia di diventare un problema».
Ci spieghi.
«Il fatto è che fino ad oggi per diventare commercialista bisognava fare tre anni di praticantato presso uno studio e da adesso in avanti basteranno 18 mesi, sei dei quali potranno essere svolti anche presso l’università. Io invece credo che il nostro sia un lavoro che si deve imparare svolgendolo, sul campo. La mia esperienza mi dice che il commercialista diventa bravo se lavora, non basta la scuola è un settore in continuo aggiornamento, le leggi cambiano e così via».
«Quale sarà lo scenario futuro allora?
«Si rischia di mettere sul mercato gente che non è capace e che rischia di fare guai».
Qualcosa di buono c’è nel decreto?
«Il fatto di chiedere che si costituiscano studi professionali è giusto, in Francia si fa così, ci sono studi con decine di professionisti. Ma non si aiutano i giovani stabilendo che basta un euro di capitale per fare una società.

Così nessuna banca darebbe mai un finanziamento e i giovani dovrebbero comunque mettere i campo un patrimonio privato per accedere al credito».
Un consiglio ai giovani.
«Specializzarsi in un settore, così si fa squadra con altri nell’ambito dello stesso studio e il cliente trova sempre la risposta che cerca».

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