Tarocchi cinesi davanti alle boutique: il centro regno degli abusivi

Viaggio nei quartieri. Il centro superaffolato di giorno e deserto di notte. I residenti di Ticinese e Arco della Pace chiedono più tranquillità contro la movida

Ore 12: piazza Duomo è invasa di cittadini e turisti. Migliaia di persone che camminano freneticamente, curiosano fra le vetrine, riposano - incuranti dei divieti - sulle scale che conducono al sagrato e si fanno fotografare ricoperti di piccioni. Ore 24: la stessa piazza è deserta. Come le zone limitrofe. Per strada solo pochi passanti e qualche sbandato senza dimora. È questa una delle grandi contraddizioni del centro di Milano, racchiuso nella zona 1. Vivo e frenetico di giorno, morto e quasi dimenticato di sera. Questione, questa, che si accompagna a quella del degrado e della presenza - costante - di venditori abusivi. Ce ne sono tantissimi in corso Vittorio Emanuele. Sono per lo più di origine africana: vendono braccialetti e oggetti etnici. Schivarli è ormai uno sport. Poi ci sono i cinesi. Stendono i loro panni bianchi dietro le colonne del corso, proprio di fronte alle vetrine delle boutique. Propongono di tutto: dai ventagli agli elicotteri che volano.
Basta però fare pochi passi per entrare in una realtà completamente diversa, opposta. E per scoprire che, in Ticinese come all’Arco della Pace, il primo problema per i cittadini è costituito dalla movida notturna. Dai locali che chiudono a notte fonda e dalle auto parcheggiate in modo selvaggio. Per questo, nelle scorse settimane, è stata presa in considerazione l’ipotesi di creare, in corso Sempione, una zona a traffico limitato. La proposta è però ferma in attesa di trovare un accordo fra i residenti, che chiedono la creazione di un’area pedonale, e gli esercenti, non del tutto convinti da questa soluzione.
Alle Colonne di San Lorenzo, invece, la questione del degrado e del frastuono è stata risolta, almeno in parte. Innanzi tutto con il divieto di vendere bottiglie di vetro durante la sera, poi con l’organizzazione di eventi culturali e l’allestimento di spazi a disposizione di chi vuole cimentarsi in giochi da tavolo. Ma, a poche centinaia di metri, c’è una piaga ancora irrisolta: il cantiere della Darsena. I lavori per la costruzione del parcheggio sotterraneo sono ancora fermi, in attesa di risolvere problemi burocratici. Nel frattempo, dove prima i frequentatori dei Navigli potevano lasciare le proprie auto, ci sono solo acquitrini, vegetazione incolta e rifiuti. Altri due cantieri complicano la vita dei residenti della zona 1: sono quelli di Sant’Ambrogio e piazza Meda. Anche questi, come il primo, servono a realizzare immensi parcheggi sotterranei. In futuro contribuiranno - non poco - a decongestionare il traffico. Per il momento, però, causano continui problemi alla circolazione. Gli stessi che, in viale Papiniano, si ripetono puntualmente ogni martedì e sabato quando, lungo lo spartitraffico centrale, centinaia di bancarelle danno vita a uno dei più grandi mercati della città.
Ma non è solo il traffico a mettere a dura prova gli abitanti del centro. Bisogna metterci anche mezzi pubblici ed Ecopass, ovvero le due principali soluzioni del caos. I primi - specialmente i tram - fanno troppo rumore. Il secondo, che ha portato con sé la creazione di nuove corsie preferenziali, sta facendo piovere decine di multe nelle caselle postali dei residenti che ora dicono: «La segnaletica non è mai stata chiara». C’è, infine, il «dramma» del parcheggio.

Una chimera in una zona nella quale le strisce gialle - riservate agli abitanti - sono assolutamente insufficienti. Per questo da tempo si leva a gran voce la richiesta di permettere ai residenti di parcheggiare gratis anche sulle blu.

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