La task force della Casa Bianca ha dato la benedizione al piano di rilancio del gruppo Chrysler. Nei giorni scorsi Ron Bloom, il capo del comitato di supervisori voluto da Barack Obama per seguire passo dopo passo la ristrutturazione in chiave «verde» dellindustria americana dellauto, ha incontrato Sergio Marchionne a Detroit. Lispettore, subentrato lo scorso luglio al top avdisor della task force Steven Rattner, è stato informato dettagliatamente da Marchionne su come il gruppo Fiat vuole rilanciare la casa americana e, soprattutto, ha rispettato gli impegni presi con la Casa Bianca. Il prossimo passo sarà il 4 novembre, data scelta per la presentazione alla stampa e alla comunità finanziaria del nuovo volto di Chrysler.
Sarà una vera maratona: levento, che inizierà alle 11 del mattino con il saluto del neopresidente Robert Kidder, durerà non meno di sei ore durante le quali Marchionne si soffermerà sul programma produttivo (lobiettivo, con Fiat, è di realizzare 5-6 milioni di veicoli lanno), i nuovi modelli della gamma americana, le sinergie con Fiat (quindi la condivisione di piattaforme, tecnologie, efficienze, motorizzazioni ecologiche e reti distributive) e le strategie di sviluppo dei singoli marchi in Europa e nel resto del mondo. Si conoscerà anche il modo con cui Marchionne intende far ripartire le linee industriali di Bertone appena acquisite e destinate a sfornare, insieme ai modelli di nicchia del Lingotto, anche quelli della casa americana destinati al mercato europeo (si parla, in proposito, anche di una vettura di alta gamma su base Maserati). Dettagli arriveranno poi sul travaso delle conoscenze americane nel campo dei motori ibridi ed elettrici sui veicoli del gruppo di Torino.
La relazione di Marchionne si concluderà con le stime e gli obiettivi per i prossimi anni, nonché con la definizione delle tappe che porteranno ad accrescere la partecipazione torinese nel gruppo del Michigan: la quota iniziale del 20% aumenterà progressivamente fino a un totale del 35% subordinatamente al raggiungimento di determinati obiettivi previsti dallaccordo. Tuttavia, Fiat non potrà ottenere la maggioranza di Chrysler fino a quando i debiti derivanti dai finanziamenti pubblici ottenuti dallazienda americana non saranno stati interamente rimborsati. E sempre ad Auburn Hills, quartier generale del Chrysler Group, lamministratore delegato italiano farà il punto sul ritorno in Borsa del titolo Usa («potrebbe avvenire qualche tempo dopo il 2010», magari in concomitanza con le azioni dei rivali storici di Gm), mentre sulle attese per lutile operativo il top manager si è già sbilanciato: «Entro 24 mesi». Ad ascoltarlo ci sarà, ovviamente, la nuova squadra, peraltro già ritoccata la scorsa settimana con la nomina di Olivier François, responsabile di Lancia Automobiles e della promozione dei marchi di Mirafiori, al vertice anche del brand Chrysler.
Sui mercati finanziari, intanto, il conto alla rovescia è già iniziato e i primi segnali, a meno di un mese dalla presentazione del piano strategico, sono positivi. A Milano il titolo Fiat ha infranto quota 10 euro, valutazione che non toccava dal settembre 2008, e le prospettive di analisti e banche daffari sono ottimistiche: Morgan Stanley ha ipotizzato un prezzo obiettivo di 33 euro, mentre per Unicredit markets & investment banking gli annunci attesi sulla trimestrale Fiat del 21 ottobre, insieme con il piano industriale di Chrysler, «potrebbero sostenere le azioni nel breve e nel medio periodo».
Una volta chiuso, per modo di dire, il capitolo Chrysler, Marchionne dovrà rituffarsi su Fiat e concordare con il governo e le parti sociali la data del nuovo tavolo durante il quale presenterà gli aggiornamenti, soprattutto alla luce delle sinergie con Auburn Hills e della riconferma degli ecoincentivi, al piano industriale del Lingotto (gamma, stabilimenti italiani e strategie) esposto il 18 giugno a Palazzo Chigi.