La «task force» di Obama al capezzale di Gm

DetroitMentre la «task force» per la supervisione della ristrutturazione delle case automobilistiche ha raggiunto Detroit, a Washington l’opposizione repubblicana si schiera contro la concessione di eventuali nuovi aiuti a General Motors, la cui ristrutturazione - a loro avviso - dovrebbe essere effettuata attraverso la bancarotta assistita. Nel corso della sua visita nella capitale dell’auto Usa, la «task force» è attesa al centro prove della Gm Volt (la struttura che ha «partorito» la vettura elettrica che andrà in produzione con il marchio Chevrolet), e incontrerà i rappresentanti del sindacato Uaw (United auto worker).
Il team voluto dal presidente Barack Obama è capeggiato da Ronald Bloom e Steven Rattner, gli stessi supertecnici che nei giorni scorsi hanno appreso dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, come il gruppo italiano intende contribuire alla rinascita dell’altra grande malata Chrysler.
Tra gli americani adulti, intanto, solo il 32% ha un parere favorevole su General Motors, secondo un sondaggio condotto da Rasmussen tra il 5 e il 6 marzo scorso su 1.000 intervistati. Il 64% della popolazione Usa - sempre secondo il sondaggio - è contraria a eventuali nuovi aiuti. Una posizione condivisa da diversi rappresentanti repubblicani, tra i quali l’ex pretendente alla Casa Bianca, John McCain, secondo cui il ricorso al «Chapter 11» sarebbe la soluzione migliore. La strada per la sopravvivenza è quindi in salita, con il futuro di Gm appeso agli aiuti americani e di altri governi, primo fra tutti quello tedesco relativo a Opel, per la quale l’ipotesi d’insolvenza è stata seccamente smentita dalla casa madre americana.
Ieri Bloom e Rattner si sono trovati di fronte una Detroit particolarmente provata dalla crisi. E per capire come la capitale del Michigan, dove hanno sede i quartieri generali di Gm, Ford e Chrysler, sia veramente alle corde, basta la notizia secondo cui una casa di quasi 80 metri quadrati, con due stanze da letto, è stata acquistata per la cifra di un dollaro. Come racconta il sito web della Abc, la casa è stata ceduta da una banca a un agente immobiliare dopo un pignoramento. L’istituto finanziario spendeva ogni mese migliaia di dollari in tasse e spese di condominio: meglio, quindi, regalarla o quasi.

Questo, però, non è affatto un caso isolato: circa 40mila case sono vuote a Motor City e il prezzo medio di una casa è di 7mila dollari circa. A titolo di paragone, una Saturn Astra, una delle auto meno care sul mercato, costa 16.495 dollari.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica