La tassa che «annega» il turismo

La tassa che «annega» il turismo

Leggo incredulo e con dispiacere quanto riportato recentemente dal buon Repetti su Il Giornale del 17 luglio, e vale a dire, la nuova tassa sulle attività subacquee proposta dalla maggioranza in regione.
È infatti l’ennesima tegola (gettata) in testa al turismo ligure, così ricco di strane statistiche con il segno più ad inizio stagione che, inspiegabilmente, si tramuta in segno meno alla resa dei conti. Così capace nelle intenzioni degli addetti, così valido nell’inventiva degli operatori, ma probabilmente povero nelle regole e negli aiuti istituzionali.
È logico supporre che introducendo queste tasse, si avranno, in ambito, prezzi più alti e contribuiremo ancor più al continuo pellegrinare dei turisti verso la costa azzurra, la Grecia, la Turchia, l’Egitto, la Croazia, la Spagna… vabbé, non potrà peggiorare la 131esima posizione che il Wto (Word Tourism Organization) ci assegna per competitività dei prezzi; ci sono solo 131 nazioni associate!
Parte di quelle nazioni in cui non ricordo, nel mio vagabondare all’estero, che per i Diving Centers, abbia mai versato delle tasse, ma solamente l’iscrizione annuale (poche decine di dollari a carico del responsabile istruttore capo) per il mantenimento delle necessarie trascrizioni o pratiche governative; anche perché parte dei centri di immersione vengono elencati nella sfera turistica e quindi separati dalle attività sportive. Mentre qui…?
A conti fatti viene richiesto annualmente (primo anno) oltre mezzo miliardo di euro per i 200 Diving Centers (500 Euro) e 4.500 iscritti (100 Euro) per la trascrizione delle pratiche che 3 impiegati/e smaltirebbero con la sola effettuazione di 6,8 annotazioni giornaliere. Suvvia!
Mentre eventualmente, per incrementare in qualità (oramai in assoluto necessario per monetizzare in qualsiasi settore) o, come nelle migliori realtà turistiche mondiali, occorrerebbe realizzare un polo di Diving Centers in una sola ubicazione in prossimità del mare (Fiera), con annesse altre attività del genere che sorgerebbero in brevissimo tempo poiché fautori di business, considerate le svariate migliaia di presenze annuali nel circuito genovese.


Forse è meglio cominciare a pensare aziendalmente e convertire in denaro le idee, come a Suo tempo già proposto, alle attuali giunte, da Giorgio Barsotti, presidente del Cost, …e non con nuove tasse regionali.
Ma questa, a Genova, è un’altra storia!
Con stima
Responsabile Turismo Forza Italia Liguria

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