Cagliari - Con una maggioranza di appena cinque
voti (38 no, 33 sì e 2 astenuti), il Consiglio regionale ha
respinto poco fa un emendamento che tendeva a sopprimere
l’intero articolo 3 della finanziaria che riconferma, con
alcune modifiche, le cosiddette «tasse sul lusso». Oltre ai
gruppi di opposizione, in maggioranza hanno votato a favore
della soppressione Paolo Maninchedda del Fas (primo firmatario
di uno dei due emendamenti soppressivi identici poi accorpati
per la votazione) e Maria Grazia Caligaris (Sdi-Su). Non ha,
invece, partecipato al voto Sergio Marracini dell’Udeur.
A favore dell’emendamento soppressivo si sono espressi gli
altri due consiglieri regionale dell’Udeur, Pietro Pittalis e
Renato Lai, mentre Beniamino Scarpa (gruppo misto) si è
astenuto.
Questo pomeriggio in Aula è comparso anche il presidente
della Giunta regionale, Renato Soru, la cui assenza stamane era
stata stigmatizzata in alcuni interventi di consiglieri della Cdl.
In fase di dichiarazione di voto sull’emendamento, il
capogruppo Ds Siro Marrocu ha ribadito il no convinto
all’emendamento soppressivo, ma ha mostrato apertura su
«qualche emendamento convincente relativo all’imposta sulle
imbarcazioni». «Da parte della giunta c’è la
disponibilità ad accogliere integrazioni positive», ha detto
l’assessore regionale ad interim alla programmazione Massimo
Dadea.
In seguito all’apertura sono
state avviate fra le forze politiche interlocuzioni sul
contenuto del testo. Sotto la guida del presidente
della commissione Bilancio Giuseppe Luigi Cucca (Margherita),
si lavora a una bozza di emendamento con le
correzioni. Barche: secondo quest’ipotesi, l’imposta potrebbe essere
riscossa non più nel periodo compreso fra il 1 giugno e il 30
settembre ma fra il 1 luglio e il 15 settembre. Cambierebbe
inoltre anche la modalità di pagamento dell’imposta che non
sarebbe più dovuta annualmente ma esclusivamente per periodi
di sosta da due a sette giorni.
Verrebbero, inoltre, sensibilmente ridotti gli importi
dell’imposta stabiliti per le imbarcazioni, che passerebbero da
un minimo di 1.000 euro a un minimo di 700 euro e da un massimo
di 15 mila euro a un massimo di 5 mila euro. Seconde case: il
presidente della commissione Bilancio ha annunciato la
disponibilità della commissione ad abbassare da 9 a 8 euro al
metro quadro la base del calcolo del tributo per le abitazioni
con superficie sino a 60 mq.
L’apertura non ha però placato il
malumore dei consiglieri dell’Udeur che avevano votato, con
l’eccezione di Sergio Marracini che non ha partecipato al voto,
a favore dell’articolo soppressivo dell’intero articolo assieme
a Paolo Maninchedda (Fas) e Maria Grazia Caligaris (Sdi).
«Apprezziamo lo sforzo del presidente della commissione che
ha dato una risposta, ma purtroppo noi non possiamo che
mantenere un giudizio sostanzialmente contrario rispetto a una
filosofia che non ci convince», ha affermato in aula il
segretario regionale dei Popolari Udeur Sergio Marracini.
Prima c'è stato un dibattito acceso. E se dall'opposizione della cdl arriva un secco "no" a Soru, anche nella maggioranza ci sono prese di distanza e strappi da parte di Sdi e Udeur. Anche perché la nuova versione della gabella, novità, colpisce pure i sardi emigrati nel continentie o all'estero che non sono più residenti. Quindi non solo turisti con seconde case, barche o aerei.
«Penso che gli emigrati, se sono
nostri conterranei, non devono subire imposte aggiuntive e
devono essere anzi rispettati maggiormente perché hanno subito
il torto di aver dovuto forzatamente lasciare la Sardegna. Se
non si vuole eliminare l’imposta sulle seconde case a uso
turistico è necessario almeno impegnarsi per ridurnegli
effetti negativi». L’intervento di Maria
Grazia Caligaris (Sdi) ha aperto stamane
la discussione.
La Caligaris ha proposto un monitoraggio
delle proprietà immobilari «tenendo conto dell’anno di
costruzione dell’immobile, dell’ubicazione in aree più o meno
turistiche e del reddito del proprietario».
Per la soppressione delle imposte (o almeno
per modifiche sostanziali), si sono espressi il capogruppo di
Forza Italia, Giorgio La Spisa, che ha parlato di «regime fiscale
illegittimo, inutile e addirittura dannoso per la Sardegna». Il segretario regionale dell’Udeur, Sergio Marracini, ha
definito «grave» l’esclusione degli emigrati dalle esenzioni.Per Mario Diana (An) l’articolo 3 è invece «illegittimo». «Piuttosto che mettere altre tasse - ha
suggerito Diana - abbattiamo l’Ici». L’esponente di An non è
d’accordo neanche sulla tassa sulle imbarcazioni.
Giovanni Pileri (Fi) infine è sicuro che «con questa legge si
cercano solo consensi elettorali. È una legge senza criterio - ha
tuonato - che favorisce i furbi, che non tiene conto delle
classificazioni catastali». Sulle tasse previste sugli yacht poi,
Pileri è stato chiaro: «Se allontaniamo dai nostri porti le grandi
barche si danneggerà gravemente la rete dei porti. Per il consigliere
di Forza Italia, inoltre, è necessario alleggerire la fascia dai 14
ai 20 metri». «Se non si vuole sopprimere questo articolo - ha
concluso - facciamolo entrare in vigore dal 2008 dopo la
pronuncia sulla sua legittimità». Per Nicolò Rassu (Fi) «si ritorna alle decime versate al
feudatario» mentre per Roberto Capelli (Udc) «si chiede una
fiscalità di vantaggio per rilanciare l’economia, ma la si punisce in
questo modo». Silvestro Ladu di Fortza Paris ammonisce che «si
spaventano gli attuali proprietari di seconde case e i futuri
investitori». E ancora, per Pierpaolo Vargiu dei Riformatori le
imposte regionali in esame rappresentano «una tassa della vendetta»
e per Claudia Lombardo (Fi) si introduce addirittura «la pedagogia
della paura». E anche dalla maggioranza arriva una nota critica. Vittorio Renato Lai
(Udeur) ha dichiarato infatti che «le tasse sul lusso sembrano
tradire una cultura ideologica ostile ai proprietari
di ricchezza».
«Queste imposte rappresentano la prima applicazione, nella storia dell’autonomia, dell’articolo 8 dello statuto sardo, che prevede la possibilità di imporre tasse regionali. Qualcuno dimentica che queste tasse sono già legge della Regione. C’è stato bisogno di un affinamento per superare alcuni rilievi di incostituzionalità sollevati dal governo». Così l’assessore regionale al Bilancio, Massimo Dadea, ha difeso dagli attacchi dell’opposizione le cosiddette tasse sul lusso. «E' giusto che chi non ha la residenza in Sardegna e quindi non paga le tasse qui, paghi per consumare quello che è il nostro bene più importante: l’ambiente.
Dietro queste imposte non c’è alcun rancore, non sono tasse della vendetta. Non ci servono come forma di pressione verso il governo. Abbiamo già ottenuto quanto volevamo con la vertenza delle entrate, non abbiamo bisogno di insistere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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