Tasse, An lancia l’«obiezione fiscale»

Una specie di remake dei «Tartassati», con Walter Veltroni regista al posto di Steno e i romani vittime designate di un fisco affamato. E Alleanza nazionale si ritaglia un posto in questa sceneggiatura che non fa ridere i cittadini lanciando i «comitati per l’obiezione fiscale».
A dar retta al segretario dell’Aduc, Primo Mastrantoni, i ritocchi alle tasse comunali somigliano più a «una gigantesca mazzata» che alla «gigantesca operazione di redistribuzione sociale» sbandierata dal sindaco. L’associazione per i diritti dei consumatori ha fatto due conti per dimostrare come alla fine delle danze i romani si troveranno meno soldi in tasca e il Campidoglio avrà le casse più ricche. L’aumento dell’addizionale Irpef (+150 per cento) costerà 113 milioni di euro ai contribuenti, la limatura all’Ici sulla prima casa (-0,03 per cento) farà risparmiare ai romani 27 milioni di euro. Ma l’Ici sulla seconda casa (+0,01 per cento) assicura il passaggio di 6 milioni di euro dai cittadini alle casse comunali. Insomma, 119 milioni di euro di aumenti contro 27 milioni di «tagli», e saldo contabile attivo per il Campidoglio di 92 milioni, senza contare il prossimo aumento della tassa sui rifiuti.
Se l’Aduc alza la voce, Alleanza nazionale vuol guidare la contestazione fiscale al centrosinistra. «Il ticket Prodi-Veltroni sta colpendo con durezza e senza precedenti le famiglie romane», attacca il senatore di An Andrea Augello. E così l’ex assessore regionale al Bilancio avverte: «I tempi sono maturi per una grande stagione di mobilitazione popolare contro l’amministrazione capitolina, costituendo in tutta la città centinaia di comitati per l’obiezione fiscale contro la politica del Campidoglio, che in cambio di servizi peggiorativi pretende di innalzare esponenzialmente le tasse».
Gli «obiettori fiscali» dovranno informare «la cittadinanza sul grave livello della pressione tributaria che il centrosinistra ha imposto a Roma, diffondendo dati sull’inefficienza dei servizi e aprendo una vertenza di medio periodo sul tema della fiscalità locale». Una polemica legata anche al «doppiopesismo» dell’amministrazione di Veltroni con il governo centrale. «I romani - conclude Augello - non hanno dimenticato le polemiche di Veltroni con l’ex esecutivo Berlusconi, infinitamente più rispettoso dei bilanci comunali di quanto lo sia stato l’attuale governo Prodi. Il sindaco che minacciò di spegnere i lampioni e di chiudere gli asili nido per protesta contro Tremonti oggi tace di fronte ai tagli di Prodi, presentando il conto ai cittadini romani».

Anche i consiglieri comunali di An Luca Malcotti e Federico Guidi vedono un parallelismo tra il governo locale e quello nazionale, ipotizzando ambizioni da premier di Veltroni, «che vuole davvero succedere quanto prima a Prodi, e lo fa esercitandosi sulla pelle» dei romani, «alla faccia del modello di città solidale e partecipativa».

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