Cronaca locale

Le tasse di Prodi fanno impennare gli affitti

Il presidente di Assimpredil: danni per società e cittadini

Serena Cipolla

A Milano saliranno i prezzi delle case di nuova edificazione, degli affitti e dei prezzi di vendita dei capannoni industriali, delle botteghe artigianali, dei negozi e degli uffici. E ancora. Bisognerà pagare parcelle più salate agli agenti immobiliari per trovare una abitazione in affitto, vendere un appartamento, comprarlo o cercare un inquilino. Gli operatori non hanno dubbi: sono gli effetti della nuova tassazione immobiliare appena varata dal governo che penalizza le società proprietarie di immobili. «Gli affitti dei capannoni aumenteranno», afferma il responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa Guido Lodigiani. E aggiunge Filippo Oriana presidente di Aspesi, l’associazione delle società di promozione immobiliare: «O il mercato è in grado di assorbire i maggiori costi determinati dalle nuove direttive fiscali o si bloccheranno intere aree della città che devono essere riqualificate. L’imposta di registro per chi acquista le aree, infatti, passa dall’1 all’11 per cento, costi che verranno scaricati sull’acquirente finale. Un danno non indifferente per un comparto economico importante di Milano. Dello stesso parere anche il presidente di Assimpredil (l’associazione dei costruttori) Claudio De Albertis: «La nuova tassazione penalizza le società. Sono in vista aumenti degli affitti per imprenditori e artigiani. Ma a rimetterci sarà anche la fascia più debole dei cittadini perché non sarà più conveniente costruire edilizia convenzionata». E ciò, sottolinea il presidente di Assimpredil, nonostante nel programma elettorale del governo fossero previsti incentivi per risolvere il problema casa. Infatti Milano, insieme a Roma, è la città più costosa per chi deve comprare casa e per chi la deve affittare. È quanto emerge dal rapporto semestrale che la Gabetti anticipa a Il Giornale e che sarà presentato il prossimo autunno: «Un monolocale vuoto in zona semicentrale non costa meno di 900 euro al mese - conferma Alessandro Ghisolfi dell’ufficio Studi di Milano - mentre i due locali arrivano a 1.200 per le vie intorno a Procaccini, Corso Sempione e piazzale Loreto. Per novanta metri quadrati in centro bisogna invece pagare dai 1.600 ai 3.000 euro per quelli più prestigiosi». Prezzi alti nonostante, secondo Gabetti, siano scesi rispetto a sei mesi fa del 12% nelle zone semicentrali. Milano è disseminata di cartelli «affittasi» che rimangono appesi ai portoni per 8 e anche 12 mesi. La richiesta di case in affitto c’è, ma i canoni richiesti non coincidono con il portafoglio dei potenziali inquilini. E cosa succederà per i contratti in scadenza dopo l’introduzione della nuova tassazione? «Le abitazioni di proprietà delle società subiranno rincari - spiega il presidente di Assoedilizia Linea Colombo Clerici - e bisogna tenere presente che sono poche le persone fisiche che possiedono immobili. Molti, infatti, hanno costituito società per gestire gli stabili oltre al fatto che più di 50mila appartamenti a Milano appartengono a società immobiliari e che la nuova tassazione incide sui loro bilanci. Così, oltre agli affitti residenziali aumenteranno anche quelli degli immobili commerciali». Sul fronte prezzi l’unica notizia positiva riguarda il parco abitativo esistente. Secondo la Gabetti (vedi tabella) nell’ultimo semestre i prezzi di vendita sono rimasti stabili e non si prevedono aumenti. Anzi nelle zone Corvetto, Ripamonti e Mecenate, dove c’è una concentrazione di extracomunitari le quotazioni sono scese tra il 2 e il 3,5 per cento. La domanda di acquisto è invece prevalentemente concentrata a Città Studi, via Plinio, via Eustachi e via Andrea Doria. Qui, come nel resto della città, i prezzi sono invariati dopo una fase di rialzo durata otto anni durante la quale l’aumento medio nei grandi centri urbani, Milano compresa, è stata intorno al 40 per cento.
Ma se i valori rimangono stabili, i conti si faranno con la commissione da versare agli agenti immobiliari: «Saremo costretti ad aumentare il costo dell’intermediazione - afferma la federazione degli agenti immobiliari professionali - è obbligatorio dichiarare all’atto notarile il costo della consulenza per chi vende e per chi compra». E uguale per la mediazione sugli affitti.

Il governo ha vietato la libera contrattazione tra le parti, quindi non si potranno più applicare sconti e percentuali diverse a chi compra, vende o affitta.

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