(...) regionale. Si fa presto a fare i conti, anche se Burlando e Pittaluga non vogliono sbilanciarsi, e si prendono alcune settimane di ulteriore riflessione prima di decidere il dettaglio dei provvedimenti: in ogni caso, le voci da ritoccare - ovviamente allinsù - sono le quote della Regione sullIre (lex Irpef, che potrebbe crescere dallattuale percentuale 0,9 all1,4), lIrap (ma solo su alcune categorie di imprese), laccisa sul carburante, il gas, e il cosiddetto bollo auto (la tassa di proprietà degli autoveicoli). Il resto è intoccabile in quanto «non di competenza». Il «buco» maggiore nei conti è quello relativo alla sanità, che pesa sul bilancio di via Fieschi per un buon 70 per cento del totale delle uscite. «A questo punto - scandisce Pittaluga - se non mettiamo i conti in regola, rischiamo il commissariamento. Unipotesi naturalmente inaccettabile, per cui si devono trovare i 200 milioni necessari, euro più euro meno, per andare avanti. Senza nemmeno considerare altri ritocchi, tipo introduzione del ticket sui farmaci, che escludiamo in modo assoluto».
Il resto è una lunga teoria di lamenti nei confronti del governo che - insiste il tandem affiatatissimo Burlando & Pittaluga - «scarica il peso della propria inefficienza sulle Regioni, la maggioranza delle quali amministrate dalla sinistra, su cui far ricadere gli effetti negativi della manovra in termini elettorali». In questo modo, cioè, si ribalta sulle regioni gran parte della copertura del deficit: «È una Finanziaria quella del governo chiaramente elettorale - specifica l'assessore Pittaluga - perché sposta sugli enti locali gli aumenti delle imposte. E la maggior parte degli enti locali sono governati dal centrosinistra. Inoltre si dà ampio spazio a manovre populistiche, ma di forte impatto mediatico come la riduzione delle auto blu, che per la Liguria significa un risparmio di soli 230mila euro l'anno. Il taglio delle consulenze, poi, significa risparmiare 600mila euro all'anno mentre dalla riduzione dei convegni potremo aspettarci un risparmio di 130mila euro all'anno. Da questo si capisce - conclude Pittaluga - come le cifre in ballo siano assolutamente ridicole rispetto a quelle necessarie alle Regioni per funzionare».
A questo punto, aggiungono allunisono presidente e assessore al Bilancio, «abbiamo pochi margini per incidere sul fronte delle entrate, maggiori nel campo delle spese. Con la manovra finanziaria che stiamo studiando proveremo a metterci in pari, mentre con la cessione del patrimonio potremo coprire i buchi pregressi». In soldoni: laumento dell'aliquota nell'imposta regionale sui redditi dovrebbe rendere, se portata a livello massimo, una novantina di milioni, altri 10 milioni potrebbero arrivare dall'aumento dell'Irap per alcune categorie e la stessa cifra potrebbe venire dal bollo auto.
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