Le tasse piombano sulle urne. Il caso scuote la campagna elettorale, e mette in allarme anche le categorie economiche. Tutti apprezzano che si discuta di tributi locali, dal momento che a maggio i milanesi dovranno scegliere chi amministrerà la città per i prossimi 5 anni, prendendo decisioni fondamentali sullimpiego dei loro soldi. Ma poi mettono i paletti.
Il candidato della sinistra, Giuliano Pisapia giudica «positivo che inizi il confronto sui programmi - così che i milanesi possano avvicinarsi al voto del prossimo 15 maggio facendosi forti del motto liberale di Luigi Einaudi, conoscere per deliberare».
E in effetti tutto nasce proprio da Pisapia, e dal suo programma, che individua alcune proposte economiche che hanno fatto drizzare le antenne allassessore al Bilancio Giacomo Beretta. Due i punti «incriminati», per Beretta, nel programma elaborato dallOfficina di Pisapia: laggiornamento del catasto, e possibili nuove fonti di introiti per il Comune. Per lassessore si tratta, nel primo caso, di «una tassa mascherata», nel secondo di un possibile incremento della Tosap, la tassa sulloccupazione del suolo pubblico, e delle tariffe per le strisce blu.
Le categorie economiche non hanno alcuna intenzione di farsi trascinare dentro la polemica politica, ma sono altrettanto chiare sulla situazione esistente e sui margini possibili di utilizzo della leva fiscale. La questione Ici sta particolarmente a cuore ad Assoedilizia, che riunisce i proprietari di immobili. Sullaggiornamento degli estimi catastali - proposto da Pisapia - lascia poco spazio: «Io - dice Colombo Clerici - contesto lassunto di partenza, laffermazione che i valori catastali debbano corrispondere ai valori di mercato. Non è affatto così, si tratta di un parametro teorico, che non è stato concepito ai fini fiscali. Lo conferma il fatto che al momento di introdurre lIci le aliquote sono state alzate con largomento che i valori catastali erano bassi». Ma anche Confcommercio predica cautela, con Simonpaolo Buongiardino: «Si tratta - dice il rappresentante dei commercianti - di unoperazione che difficilmente sarà positiva, anzi può essere negativa. Si può fare ma va bene solo se è a somma zero, se è neutra e non comporta un maggior carico fiscale». Il tutto poi va letto alla luce della rivoluzione introdotta dal federalismo municipale, che il nuovo sindaco si troverà a gestire dal 2012 con lintroduzione dellImu (limposta «figlia» dellIci) e della cedolare secca. Lincremento delle aliquote sulla casa, e il pagamento di questa cedolare secca sugli affitti, dovrebbero compensare, in parte, leliminazione dellIci sulla prima casa, oltre cento milioni, circa il 25 per cento del totale. Per il resto, per finanziare i servizi, che farà il Comune? «Serve grande attenzione - avverte Colombo Clerici - noi siamo contrari a nuove imposte, a tasse di scopo e a incrementi delle aliquote». Pisapia propone di «privilegiare il prelievo sullutilizzo/consumo della città rispetto al prelievo sul reddito».
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