Tassi, ora la Bce non esclude la sforbiciata

da Milano

Adesso, vacilla perfino l’Eurotower. Finora arroccata a difesa del sacro principio della stabilità dei prezzi, la Bce non sembra più escludere l’ipotesi quasi blasfema di un taglio dei tassi. Con la crisi che morde i fianchi di Eurolandia, ormai a un passo da uno stato di recessione conclamata, l’immobilismo del presidente Jean-Claude Trichet potrebbe infatti avere le settimane contate, anche se la riunione del 2 ottobre prossimo non dovrebbe riservare sorprese.
Già nel pomeriggio di ieri le voci di un intervento concertato sul costo del denaro da parte delle principali banche centrali, avevano portato l’euro sotto quota 1,46 dollari. Una manovra in pool? «Non in questo momento», hanno precisato più tardi fonti Bce. Lasciando così intendere che l’eventualità di una mossa coordinata non può comunque essere completamente scartata. Un’altra fonte dell’istituto di Francoforte ha però spiegato che «sembra esserci la crescente consapevolezza che un allentamento monetario non sarebbe la migliore delle risposte». Insomma, due visioni contrapposte all’interno dell’istituto.
L’attenzione degli analisti resta comunque concentrata sull’idea di una Bce capace di muoversi anche senza l’appoggio di forze alleate. La sforbiciata ai tassi, attualmente fermi al 4,25%, potrebbe essere decisa entro i primi mesi del 2009. «Se la banca centrale non assumerà un’iniziativa sui tassi perderemmo un’opportunità per aiutare la crescita e la creazione di posti di lavoro», ha detto il presidente di BusinessEurope, Ernest-Antoine Seillière, che proprio ieri si è incontrato con Trichet. Quanto al timing, Seillière non si aspetta che l’Eurotower intervenga prima dell’inizio del prossimo anno: «Non è nel loro stile». Previsione peraltro confermata da altre fonti Bce interpellate da Reuters: «I mercati stanno considerando un taglio dei tassi a marzo, o forse prima, poiché il rallentamento dell’economia è cresciuto a causa delle turbolenze finanziarie e i prezzi del petrolio sono calati.

Queste aspettative - hanno aggiunto - sono ragionevoli, viste le attuali condizioni dell’economia e dei mercati finanziari». Gli economisti di SocGen, d’altronde, hanno già messo in conto tre riduzioni del costo del denaro nel 2009: la prima a marzo, la seconda a giugno e l’ultima a settembre.

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