Rodolfo Parietti
da Milano
Con la Bce non è mai stato troppo tenero, Silvio Berlusconi. Che in più riprese ne aveva attaccato lincapacità di fornire un sostegno valido alla crescita economica, dovendo più badare al contenimento dellinflazione e al rispetto delle «sacre» tavole di Maastricht.
Lannuncio fatto da Jean-Claude Trichet sullimminenza di un aumento dei tassi (il primo dopo cinque anni), poteva essere dunque unottima occasione per rivitalizzare antiche polemiche. Tanto più che il dibattito sullopportunità di stringere le redini del costo del denaro è già abbastanza acceso dai commenti di politici, imprenditori e sindacalisti. E non solo in Italia. Questa volta, però, il premier ha scelto la linea della non belligeranza. Ieri Berlusconi era a Tunisi, dove ha incontrato il presidente tunisino Ben Ali, e le parole di Trichet sono rimaste ai margini dei colloqui. «Abbiamo parlato di ipervalutazione delleuro - ha spiegato alla stampa il presidente del Consiglio -, ma non abbiamo commentato» le possibili decisioni della Bce. Alla domanda se fosse preoccupato per lormai inevitabile giro di vite al costo del denaro che verrà deciso il prossimo 1° dicembre, Berlusconi ha risposto con un lapidario «no». Il che non significa avallare le mosse di politica monetaria dellEurotower.
Trichet ha spiegato che il rialzo dei tassi, una misura preventiva giustificata dal bisogno di contrastare linflazione, avrà effetti benefici sul ciclo economico e sulloccupazione. Ma il rischio di impattare su una ripresa anemica, sorretta soprattutto dalla domanda mondiale e molto meno dai consumi interni, esiste, e allinterno della maggioranza non viene sottaciuto. Renato Brunetta, consigliere economico di Palazzo Chigi, denuncia il metodo adottato da Trichet («Laumento o la diminuzione dei tassi si fa, non si annuncia), parla apertamente del rischio di «far morire sul nascere la debole ripresa europea» e fotografa unEuropa in stallo e nelle mani dei banchieri. «Miope» è inoltre laccusa rivolta alla Bce dal coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, che si scaglia contro «una politica vecchia e prettamente monetaristica».
Luca Cordero di Montezemolo usa invece toni assai meno aspri durante una pausa del Business Forum Italia-Turchia in corso ad Ankara. Anche se stretta finirà per limitare le capacità di finanziamento delle imprese, «il rialzo dei tassi era nei fatti - ha commentato il presidente di Confindustria -. Prima o poi doveva succedere. Certo, meglio che non ci fosse. Lo accettiamo, ma di fatto è già scontato dal mercato». Montezemolo non risparmia però critiche al dibattito politico «provinciale e asfittico» che mina la competitività delle aziende e ritarda riforme strutturali urgenti. In parole parole, «serve più mercato, più concorrenza, meno cuneo fiscale e meno burocrazia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.