Quello dei troppi pochi taxi che circolano per Milano è un problema che ciclicamente torna alla ribalta. E quasi sempre, a sollecitarlo, è proprio il sindaco Gabriele Albertini. Comè accaduto ieri. «Tutti i cittadini - ha detto il primo cittadino - sono testimoni delle attese per i taxi in certi orari della giornata, soprattutto quando la città ospita importante manifestazioni fieristiche. Tempo fa avevamo fatto uno studio sullarea conurbata, dal quale risultava che per avere la stessa proporzione tra vetture e numero di abitanti che cè a Londra bisognerebbe assegnare 1.938 licenze in più». Domanda: chi deve farlo? Risposta: la Regione. La quale, già nel 2004, sempre dietro sollecitazione del sindaco milanese, provvide ad aumentarle di qualche centinaia. Ma per Albertini erano sempre poche rispetto alla domanda dellutenza e alle stesse richieste della categoria, «perché - ha spiegato sempre ieri Albertini - chi ha cambiato lavoro in questa città, e ne conosco alcuni, si è messo a fare proprio il tassista ed è molto soddisfatto della sua attuale condizione, visto che riesce a raggiungere un reddito mensile di 5-6mila euro con una certa tranquillità».
Quindi, la palla passa nuovamente al Pirellone, del quale però - ha tenuto a precisato sempre il sindaco di Milano - «non voglio contestare le opinioni, anche perché ho un rapporto cordialissimo col governatore». E dal Pirellone gli ha risposto subito lassessore ai trasporti Alessandro Moneta, disponibile a riaprire un confronto sul tema con Palazzo Marino, «perché personalmente non sono assolutamente contrario ad aumentare le licenze». E questo nonostante «il problema non sia sul tavolo della giunta regionale poiché ritenevo che non fosse dattualità dopo laumento delle licenze nel 2004: se però il Comune denuncia questa necessità, la esprima e volentieri ne parliamo». Moneta accompagna la propria apertura con una riflessione. Questa: «Prima di aumentare ulteriormente le licenze, sarebbe opportuno iniziare a far funzionare quelle già esistenti».
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